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Apple supera per la prima volta i mille miliardi di capitalizzazione

MILANO – Il record era nell’aria ed è puntualmente arrivato. Apple ora vale oltre mille miliardi di dollari, grazie al nuovo livello delle quotazioni toccate a Wall Street. Il numero “magico” che ha fatto entrare la società di Cupertino nel Guiness dei primati, era fissato a 207,05 dollari per azione ed è stato raggiunto alle 17.51. Le probabilità che avvenisse erano alte, soprattutto dopo la trimestrale presentata l’altro giorno che aveva fatto volare il titolo sul Nasdaq del 5,9 per cento, archiviando la migliore seduta degli ultimi 18 mesi.
Dopo una partenza poco mossa, il titolo Apple ha accelerato costantemente al rialzo raggiungendo un nuovo record intraday e arrivando a conquistare per la prima volta i mille miliardi di dollari, soglia già sforata sulla scia dei conti trimestrali. Ieri il titolo aveva superato i 200 dollari per la prima volta. Da gennaio Apple ha guadagnato in Borsa il 19% e negli ultimi 12 mesi il 34,29%.
Il record dei mille miliardi è un target a cui ambiscono molti colossi hi-tech, da Amazon ad Alphabet, la società che controlla Google e anche Microsoft. Anche se Apple si conferma la società al mondo con la più grande capitalizzazione di Borsa, va precisato che non si tratta della prima azienda a livello globale che supera la soglia dei mille miliardi: in passato c’era riuscita Petrochina, la società di stato quotata a Shangai, attiva nella ricerca e produzione di idrocarburi che aveva superato i mille miliardi di dollari nel 2007. Poi, però, il titolo del colosso petrolifero cinese è crollato e ora al New York Stock Excahnge, Petrochina ha una capitalizzazione pari a 135 miliardi di dollari.
Come detto, buona parte del merito del record è da attribuire ai dati appena comunicati al mercato. Gli investitori hanno comprato le azioni dopo aver visto non solo la crescita degli utili (+32% annuo a 11,5 miliardi) e del fatturato (+17% a 53,3 miliardi), ma anche il giro d’affari dei “servizi” come App store, Applecare e Apple pay (+31% a 9,5 miliardi). E’ un dato importante, perché la crescita dei “servizi” può compensare il calo di vendite di iPhone, in seguito alla concorrenza sempre più agguerrita nel ramo smartphone, in particolare da parte di Samsung e del nuovo campione del settore, la cinese Huawei.
Lo smartphone ha generato nel trimestre chiuso a giugno 29,9 miliardi di dollari di ricavi (+20%) contro un aumento di solo l’1% a 41,3 milioni delle unità vendute. L’effetto traino sul fatturato è dato dagli smartphone più costosi, a cominciare dall’iPhone X che ha un prezzo di partenza negli Stati Uniti di 999 dollari. Non a caso il prezzo medio di un iPhone è salito nei tre mesi a 724 dollari da 606 dollari. Il trend dell’iPhone è incoraggiante anche alla luce delle guidance fornite per l’ultimo trimestre dell’esercizio 2018, quello che si concluderà a settembre e che includerà per alcuni giorni le vendite dei nuovi modelli di smartphone che dovrebbero essere lanciati il mese prossimo.

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