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Patrik Ountre: L'innovazione non è sempre il risultato di serendipità o eventi fortunati

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La storia dell’innovazione è piena di intuizioni e scoperte fortuite che hanno influenzato positivamente (e qualcosa di negativo) la nostra vita. Dalla penicillina alla colla post-it, queste invenzioni sono nate dal genio degli innovatori che quindi stavano lottando per risolvere altri problemi e bisogni. Ma pensiamo per un istante:
E se l’innovazione fosse solo il risultato di scoperte fortunate e sporadiche o di percorsi di innovazione non strutturati?
Come sarebbe la nostra società? In che modo ciò influirebbe sull’abbondanza di risorse e opportunità che oggi possiamo fortunatamente sfruttare?
La realtà è che i progressi che possiamo sperimentare oggi sono il risultato di un modo coerente in cui le aziende hanno gestito il modo in cui innovano.
Il 78% dei dirigenti che hanno aderito al nostro sondaggio (Fonte: sondaggio Global CEO 2016 di PwC) ha confermato l’importanza indiscutibile di avere un approccio strutturato e sistematico per innovare per essere competitivi e sostenibili a lungo termine.
L’innovazione quindi è una disciplina complessa che richiede un approccio equilibrato che considera diversi strati e componenti. Nella nostra esperienza un’azienda per innovare con successo dovrebbe:
• Costruire un modello di innovazione coerente: da una chiara strategia di innovazione a una governance, un’organizzazione e un processo ben definiti in grado di trasformare le ambizioni nei risultati.
• Comportarsi in realtà come un’azienda innovativa che guida una trasformazione culturale, favorendo un cambiamento di mentalità, creando un ambiente in cui l’innovazione può prosperare come incentivata e il fallimento non è un peccato, ma è un momento di apprendimento.
• Puntare sulle iniziative più promettenti in grado di massimizzare l’afflusso di opportunità di innovazione trasformando semplici intuizioni e contributi in risultati fattibili e preziosi.
Come una ricetta da chef stellato, tutti questi elementi devono essere ben bilanciati e mescolati in quello che chiamiamo un “modello di innovazione sostenibile”, un approccio sistematico e ragionato all’innovazione che combina gli elementi in modo armonico:
Esploriamo di più questa formula:
• Avere una strategia di innovazione ben definita, una governance adeguata e processi agili, non è sufficiente per guidare i risultati all’interno di un’azienda se:
1. I dipendenti non sono incentivati ​​a unirsi al percorso di innovazione e all’ambizione dei dirigenti, o peggio se i dirigenti spazzano il fallimento sotto il tappeto o assegnano la colpa e cercano di punire coloro che hanno fallito.
2. non vengono lanciate iniziative per favorire l’afflusso di innovazione
In questo scenario, gli investimenti fatti nella creazione di un modello e regole chiare per gestire l’innovazione non generano il rendimento e il rischio previsti per creare disillusione.
• Dall’altro lato, il lancio di iniziative speciali per aumentare le opportunità di innovazione senza avere quindi un approccio sistematico per trasformare tali idee in valore per l’azienda (qualunque essa sia – entrate aggiuntive da nuovi prodotti o risparmi sui costi per un miglioramento del processo, …) , potrebbe sicuramente compromettere l’impatto complessivo dell’iniziativa e il risultato atteso. Cosa potrebbe fare una società con centinaia di idee che rimangono nell’iperuranio senza generare valore reale per la società stessa o per qualsiasi soggetto interessato?
• Pensiamo infine a un’azienda in cui sono stati fatti investimenti rilevanti (non solo monetari) per creare un ambiente innovativo fiorente in cui le persone hanno finalmente aperto la loro mentalità, acquisito nuove competenze sui metodi di innovazione ma poi una mancanza di strategia di innovazione, lungimirante di promettenti esistono domini innovativi, regole per selezionare e dare priorità in modo efficace alle iniziative (e così via …). Quell’azienda sarebbe in grado di innovare con successo in modo sistematico?
In pillole:
Facciamo leva su intuizioni intelligenti, il genio del nostro collaboratore e scoperte fortuite, ma abbracciamo l’innovazione come disciplina che richiede

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