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Torino: è scattato all'alba lo sgombero "dolce" del Moi, l'ex villaggio olimpico occupato

E’ partita all’alba la seconda fase dello svuotamento del Moi, l’ex villaggio olimpico occupato da un migliaio di migranti dal marzo 2013. Dopo le cantine, tocca alla prima delle quattro palazzine di via Giordano Bruno, quella ribattezzata delle famiglie. Polizia, carabinieri e vigili urbani insieme con i mediatori culturali del Comune e della compagnia di San Paolo, principali registi del progetto di ricollocamento, hanno iniziato a lavorare intorno alle 6. La palazzina è quella marrone. Presenti l’assessore Sonia Schellino e il comandante dei viili urbani Emiliano Bezzon.
Sono circa un centinaio le persone che nei mesi scorsi hanno aderito al progetto, coordinato dalla Città, dalla prefettura, dalla Compagnia e dalla Diocesi.

La prima fase dello “sgombero dolce”, come viene chiamato il sistema individuato per svuotare l’ex villaggio olimpico era iniziata il 20 novembre e si era conclusa dopo due giorni di resistenza di alcuni irriducibili che non volevano abbandonare i seminterrati della palazzina arancione. Dopo quel primo atto erano stati montati dei cancelli nelle cantine che nei mesi scorsi sono stati in parte forzati e qualcuno è tornato a vivere in quegli spazi ingombri di masserizie ma si tratta di una decina di persone, molte meno del centinaio che erano state allontanate a novembre.
Il progetto del Comune ha subito più interruzioni, dalla scorsa estate ad oggi. L’ufficio dei mediatori è stato devastato e il project manager della compagnia di San Paolo, Antonio Maspoli che dirige il lavoro dei mediatori era stato aggredito il 21 dicembre scorso. Dopo quell’episodio l’ufficio che si occupa di raccogliere le adesioni di chi accetta di lasciare le palazzine occupate e intraprendere un percorso di inserimento sociale si era fermato per tre mesi.

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