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Palagiustizia inagibile a Bari, il governo pronto al decreto: "Alcuni uffici presto in altra sede

Palagiustizia inagibile a Bari, il governo pronto al decreto: "Alcuni uffici presto in altra sede"
La tendopoli della giustizia durante il nubifragio che si è abbattuto su Bari

Apertura romana per la sospensione dei termini processuali che consentirebbe di smantellare la tendopoli. Già dalla prossima settimana potrebbe essere disponibile l’immobile di via Brigata Bari dove trasferire parte degli uffici penali

Non bastavano zanzare, gatti, terriccio sotto i piedi e temperature tropicali registrate sotto le tende a mortificare la giustizia barese, costretta da 18 giorni in una tendopoli. Il nubifragio di venerdì 15 giugno, durato ore, ha dato il colpo di grazia: tende chiuse perché allagate, udienze di rinvio celebrate in modo improvvisato nell’atrio di accesso del palazzo inagibile di via Nazariantz, tra i metal detector e i passanti, e pioggia battente anche negli uffici, sui fascicoli e sui pc della sala intercettazioni.
E con il temporale è arrivata anche un’apertura romana all’approvazione di un decreto legge per la sospensione dei termini processuali che consentirebbe di smantellare la tendopoli. Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha raggiunto telefonicamente in Francia il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, proprio per parlare della situazione dell’edilizia giudiziaria barese. Già dalla prossima settimana potrebbe essere disponibile l’immobile di via Brigata Bari dove trasferire parte degli uffici penali.
Intanto, a causa degli allagamenti, per il personale amministrativo della Procura è stato disposto un giorno di ferie, mentre nelle cancellerie degli uffici penali, con buste e teli, si è cercato di salvare gli atti dei processi e delle indagini, i server che custodiscono le migliaia di intercettazioni in corso e che a fine mattinata erano tutti irrimediabilmente bagnati.
La Protezione civile che aveva montato le tensostrutture e bagni chimici ha lasciato il posto ai Vigili del fuoco che hanno dovuto drenare l’acqua che, a cascata, ha allagato il piano interrato, dove hanno sede garage e archivio, e dove – stando all’ordinanza di sgombero del Comune di Bari – dovrebbero essere spostati gli armadi con i fascicoli, per alleggerire i piani superiori del palazzo a rischio crollo.
“Dobbiamo andare via da questo palazzo il più presto possibile”, dicevano i dipendenti, mentre avvocati, magistrati e il sindaco di Bari, Antonio Decaro, tornavano ad invocare, come da tre settimane a questa parte, la dichiarazione dello stato di emergenza. “È una situazione prossima alla calamità naturale – ha detto Giovanni Stefanì, presidente dell’Ordine degli avvocati – se non è emergenza questa, ci dicano quale possa rappresentarla”. “I tempi delle procedure ordinarie, pure se attivate in maniera tempestiva e seguite quotidianamente dal Ministero – ha detto il sindaco – purtroppo contrastano con l’urgenza della situazione”.
Il presidente nazionale dell’Associazione magistrati, Francesco Minisci, ha parlato di “situazione gravissima e non più tollerabile”, annunciando un nuovo incontro a Bari per il prossimo 23 giugno. In attesa dei provvedimenti del Governo, i processi sono fermi, le indagini proseguono a fatica e le carte galleggiano sui torrenti d’acqua piovana nei corridoi di quello che fu il Palazzo di giustizia.
isponibile l’immobile di via Brigata Bari dove trasferire parte degli uffici penali

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