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Nastri d'argento, Matteo Garrone la vera star otto premi a 'Dogman'

A ‘Loro’ di Paolo Sorrentino i riconoscimenti per la sceneggiatura e gli attori Elena Sofia Ricci, Kasia Smutniak e Riccardo Scamarcio. Miglior opera prima ‘La terra dell’abbastanza’ dei fratelli D’Innocenzo


TAORMINA – Miglior film, migliore regia, due migliori attori protagonisti, produzione, scenografia, sonoro, montaggio, casting director. L’asso pigliatutto dei Nastri d’argento 2018 è Dogman di Matteo Garrone, plurpremiato alla 72esima edizione dei riconoscimenti assegnati ogni anno dal Sngci, il sindacato nazionale giornalisti cinematografici italiani.
Ex aequo il Nastro al migliore attore protagonista, che è andato sia Edoardo Pesce che a Marcello Fonte, un trionfo assoluto in una edizione di nomination “pesanti”, come quelle di Luca Guadagnino e Paolo Sorrentino, che vince il Nastro per la migliore sceneggiatura, quella di Loro, scritto insieme a Umberto Contarello. Grazie al film di Sorrentino arrivano i nastri anche a Elena Sofia Ricci, migliore attrice protagonista, a Kasia Smutniak, migliore attrice non protagonista, a Riccardo Scamarcio, migliore attore non protagonista.
La storia di due mondi che si incontrano e scontrano, quello della periferia romana e quello borghese e liberal della politica raccontata da Riccardo Milani in Come un gatto in tangenziale vince il premio per la migliore commedia, così come i Nastri vanno ai due protagonisti (migliore attore e migliore attrice di una commedia), Paola Cortellesi e Antonio Albanese.

Sul palcoscenico del Teatro Antico due premi per la musica a Pivio e Aldo De Scalzi con le liriche di Nelson, e per la migliore canzone, Bang Bang, vanno a Ammore e malavita dei fratelli Manetti, premiata Serena Rossi che interpreta la canzone. Tra gli attori del musical napoletano un riconoscimento anche a Claudia Gerini con il Premio Nino Manfredi mentre il Nastro d’argento per il migliore soggetto va a Luciano Ligabue per Made in Italy. Il rocker premiato anche come regista con il nastro d’argento – Hamilton behind ther camera award, “importato” da Hollywood.

Due i Nastri alla carriera di queste edizione decisi dal direttivo del Sindacato nazionale giornalisti cinematografici, per Gigi Proietti, premiato a Roma, e per Massimo Ghini che festeggia così quarant’anni di carriera. E dopo aver già consegnato a Roma Nastri Speciali a Paolo Taviani e al lungometraggio animato Gatta Cenerentola, a Taormina un riconoscimento va a Nome di donna di Marco Tullio Giordana, protagonista Cristiana Capotondi, film che tocca il tema della molestie sui luoghi di lavoro con un invito a rompere l’omertà. A Edoardo Leo il Premio Persol – Personaggio dell’anno come protagonista di Smetto quando voglio – Ad honorem, per Io c’è e per la performance al Dopofestival di Sanremo.

Premi tecnici di quest’edizione, infine, per la fotografia (Gianfilippo Corticelli) a Napoli velata di Ferzan Ozpetek, per i costumi (con Nicoletta Taranta) a Agadah A ciambra, per il sonoro in presa diretta (Maricetta Lombardo) ex aequo a DogmanL’intrusa. E a Dogman è andato anche il premio per la scenografia (Dimitri Capuani). A Taormina l’ultima manche di un palmarès che in un anno speciale per il cinema italiano ha segnalato anche il valore di protagonisti della stagione come Gabriele Salvatores (Nastro ‘Argentovivo’ cinema&ragazzi) autore di Il ragazzo invisibile – Seconda generazionePaolo Virzì (Ella&John) e Vittorio Storaro per la “cinematografia” di La ruota delle meraviglie di Woody Allen.

E ancora, nei mesi passati a Roma per la fiction, e a Lamezia Terme, sono stati consegnati i Nastri della legalità, nati quest’anno in collaborazione con il festival Trame: premiati Prima che la notte di Daniele Vicari Nato a Casal di Principe di Bruno Oliviero. I Premi ‘Guglielmo Biraghi’ per gli esordienti sono andati a Euridice Axen (Loro) e ai fratelli Fabio e Damiano D’Innocenzo, anche vincitori della migliore opera prima, La terra dell’abbastanza.

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