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Migranti, aquarius: Conte rinvia il vertice con Macron, non sono arrivate le scuse ufficiali

La giusta decisione del premier


ROMA – Alla fine di un’altra giornata di fuoco tra Roma e Parigi – con l’ambasciatore francese convocato alla Farnesina e il ministro Tria che ha annullato la visita – il premier Giuseppe Conte ha fatto sapere di essere orientato a rinviare il vertice all’Eliseo di venerdì.
Del resto Roma era stata chiara: senza le scuse francesi, l’incontro sarebbe saltato. E le scuse non sono arrivate. Anzi.
Il presidente Emmanuel Macron ha ulteriormente alzato l’asticella, lasciando i migranti sullo sfondo, e facendo
diventare lo scontro tutto politico: democratici contro populisti. Macron contro Salvini. Il bersaglio dell’inquilino
dell”Eliseo d’altronde è stato lui, il leader del Carroccio, fin dall’inizio. Conte oggi non ha rilasciato alcuna dichiarazione sulla vicenda Aquarius e sullo scontro con Parigi. Mentre Salvini è intervenuto per tutto il giorno, rivolgendosi direttamente al leader francese per chiedere a più riprese un passo indietro della Francia. Legandolo al bilaterale: «Senza scuse ufficiali Conte fa bene a non andare a Parigi», ha avvertito in mattinata. La risposta di Macron non si è fatta attendere. Niente scuse, ma piuttosto un attacco diretto a Salvini: Chi cerca la provocazione? Chi è che dice io sono più forte dei democratici e una nave che vedo arrivare davanti alle mie coste la caccio via? Se gli do ragione, aiuto la democrazia?«, ha chiesto parlando ai francesi in Vandea. Ed ha aggiunto: «Non dimentichiamo chi ci sta parlando e chi si rivolge a noi. Non lo dimentichiamo perché anche noi abbiamo a
che fare con gli stessi…». Il riferimento naturalmente è a Marine Le Pen: piegarsi all’omologo italiano – è il ragionamento che si fa in ambienti dell”Eliseo – sarebbe inaccettabile. Per questo il leader francese ha precisato che i due paesi collaborano da un anno in modo esemplare ed hanno ridotto a un decimo gli sbarchi grazie a un lavoro con la Libia e nel Sahel. Come dire, il problema non è l”Italia, ma proprio il governo giallo-verde.
All’attacco personalizzato è arrivata una risposta altrettanto personalizzata: «Macron passi dalle parole ai fatti
e domani mattina accolga i novemila migranti che si era impegnato ad accogliere», ha detto Salvini, assicurando di aver con lui tutta l’Italia e accusando il leader francese di «continuare istericamente la sua guerra al popolo italiano che in quanto a generosità ha poco da imparare».
Sul fronte diplomatico, prima di arrivare alla decisione sul vertice, l’Italia aveva già giocato alcune carte: il ministro
dell’Economia, Giovanni Tria, aveva rinviato l”incontro a Parigi con il suo omologo, mentre Moavero aveva convocato alla Farnesina l’ambasciatore francese chiedendo iniziative idonee a sanare la situazione (leggi le scuse), evocando altrimenti il rischio di compromettere le relazioni tra i due paesi.
A questo punto resta un giorno cuscinetto per cercare di evitare uno strappo che non ha precedenti nella storia dei
rapporti tra Italia e Francia, ma immaginare un passo indietro di una delle due parti stasera sembra difficile.
Allo scontro tra i due paesi cugini hanno assistito gli altri leader europei. A partire da Angela Merkel, che sta
cercando di mediare e proporre una soluzione unitaria europea anche per arginare il suo ministro-avversario Seehofer, pronto a lanciare «un asse dei volenterosi» con Salvini e il cancelliere austriaco Kurz per chiudere i confini. Al parlamento europeo poi la plenaria sul caso Aquarius si è trasformata in un vero e proprio processo contro l’Italia, accusata, a partire dal leader dell’Alde Guy Verhofstadt, di populismo e nazionalismo e paragonata a Ungheria e Polonia. Critiche che non hanno minimamente scosso Salvini, che ad una domanda sul rischio che l”Italia possa rimanere isolata ha risposto: «Non siamo mai stati così centrali ed ascoltati».

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