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La confessione sulla paternità e un duetto virtuale con Michael Jackson: Drake stavolta si è superato

Il rapper di Toronto torna con “Scorpion”, un doppio album con 25 tracce. E tra citazioni, campionamenti ricercati e featuring d’eccezione, il successo è scontato


Citazioni, riferimenti, omaggi. Sensi di colpa, dubbi e confessioni. Con Drake è sempre così. Anche il nuovo disco, Scorpion, non fa eccezione. Ascoltandolo si potrebbe stilare una lista di note sterminata, pressoché infinita. E, come se non bastasse, si tratta perfino di un doppio album: ben 25 canzoni in cui il rapper di Toronto non tradisce le aspettative e supera se stesso. Dopo aver tenuto con il fiato sospeso i fan per settimane e aver incassato la stoccata di Pusha-T nel dissing The Story of Adidon (in cui Drake veniva accusato di tenere segreto un figlio) l’artista dei record fa sentire finalmente la sua voce. La verità, la rivelazione che tutti aspettavano, viene spiattellata in due pezzi, Emotionless e March 14th. Ebbene sì, Drake ammette di avere un figlio, di essere diventato padre, ma precisa: «I wasn’t hiding my kid from the world, I was hiding the world from my kid» (cioè, non stavo nascondendo mio figlio al mondo, stavo nascondendo il mondo da mio figlio).
Il rapper non tralascia i dettagli e parla pure di Sophie Brussaux, madre del piccolo. «Non è la mia amante come Billie Jean, ma il figlio è mio», dice in una delle sue rime (con tanto di riferimento a Billie Jean, la famosissima canzone di Michael Jackson). In March 14th racconta che si è trattata di una storia occasionale («ci siamo visti solo due volte, due volte») poi tira in ballo il passato e si fa prendere dai sensi di colpa. «Adesso è dura, sono qui in prima linea  solo per cercare di assicurarmi di vederlo qualche volta (…), mi distrugge il cuore, un padre single, odio sentirlo», dice ancora nella traccia. E aggiunge: «Ho sempre promesso di avere una famiglia unita. Voglio che sia diversa perché ci sono già passato». Tormenti che riecheggiano in ogni parola e che costituiscono la parte più intima dell’album. L’artista di Views si crogiola tra dubbi sentimentali e artistici, fino ad arrivare a gridare in Is There More il desiderio di mollare.
La forza di Scorpion sta anche – ma non solo – nelle collaborazioni (due perfino postume): da Jay-Z a Ty Dolla $ign, da Static Major – scomparso nel 2008 – al grande Michael Jackson, che in Don’t matter to me viene accreditato come co-artista. Un brano r’n’b in linea con i suoni degli ultimi lavori del re del pop, la cui voce si distingue nettamente («All of a sudden you say you don’t want me no more. All of a sudden you say that I closed the door.It don’t matter to me», canta Michael). Non è però la prima volta che un inedito di Jackson viene usato per un duetto postumo. Quattro anni fa, infatti, in Love Never Felt So Good fu Justin Timberlake a cantare virtualmente con l’icona di Thriller. Non è nemmeno la prima volta che Drake esterna la sua ammirazione nei confronti di Jacko. In una delle sue rare interviste, l’anno scorso, lo aveva descritto come uno dei suoi modelli.
Tantissimi, come d’abitudine, i campionamenti di pezzi di altri stimati colleghi, a cominciare da Boss Ass Bitch di Nicki Minaj. Degno di nota in Emotionless è il sample di Emotions, storica hit di Mariah Carey (la sua quinta numero uno consecutiva nella Billboard Hot 100). La versione campionata, però, viene da una versione leggermente meno nota, ovvero il remix fatto da C + C Music Factory. C’è poi un particolare campionamento nella parte finale di In My Feelings: una serie di battute tratte dall’episodio di Atlanta totalmente dedicato a Drake.
Con Scorpion, dunque, il rapper torna a fare centro raggiungendo l’apice nel featuring virtuale con Jackson e in Talk Up – con Jay-Z – canzone in cui si mescolano arte e politica. La star di 4:44 – produttore, imprenditore e marito di Beyoncé – lancia stoccate a Trump e si sofferma sul tema del razzismo, saltando dal recente omicidio di XXXTentacion (ucciso a colpi di pistola in strada) all’assoluzione del poliziotto George Zimmerman che ammazzò Trayvon Martin. Questo album è quanto di meglio si possa trovare sul mercato, su questo non ci

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