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Roma, Bergamo: "Musei gratis ecco come farò Ticket Pantheon? A marzo sparirà"

 
L’intervista al vicesindaco che sulla sua scelta, rivendica: “E’ la dimostrazione che ci sono due visioni di come gestire i beni culturali

«Ho sempre pensato che l’emancipazione umana venga prima dell’economia». Proprio per questo, afferma il vicesindaco Luca Bergamo, la decisione di rendere gratuito ai romani l’ingresso nei 21 musei comunali (con una tessera annuale al costo di 5 euro) «è una scelta di sinistra. O meglio: è in linea con dei valori che la sinistra dovrebbe avere ma di cui non si cura più».
È anche una sfida al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini che ha voluto introdurre un ticket di due euro per il Pantheon?
«È la dimostrazione che ci sono due visioni di come gestire i beni culturali: una considera il godimento del patrimonio culturale un diritto fondamentale, di cui lo Stato si deve fare carico».
L’altra?
«L’altra, invece, inserisce la partecipazione alla vita culturale nella categoria dei servizi alla persona, legati al tempo libero. È una visione più commerciale».
Senza risorse, però, è difficile far funzionare i musei: come farete senza parte delle entrate dei Musei capitolini o dell’Ara Pacis o dei Mercati di Traiano?
«I residenti a Roma che visitano un museo civico lo fanno più spesso nelle giornate a ingresso gratuito e, in ogni caso, rispetto al totale dei visitatori sono una percentuale marginale. Parliamo di circa 500 mila euro di entrate l’anno. Il costo di gestione dei musei comunali non è coperto dai biglietti dei residenti.
Con la tessera, facciamo una scommessa».
Quale?
«Puntiamo a raggiungere chi oggi i musei non li visita. È probabile che ci vogliano più anni ma il nostro obiettivo è fornire più strumenti ai nostri cittadini e ricostruire un senso di comunità che è anche un motore di sviluppo».
Avete calcolato quante tessere servono per “pareggiare” le mancate entrate da parte dei residenti?
«Circa 90 mila».
A proposito del ticket al Pantheon, invece, continuerà a dare battaglia?
«Fra tre mesi ci sono le elezioni: visto che le vinceranno i 5 stelle, riprenderemo in mano il discorso con il nuovo governo e chiederemo di togliere quel biglietto».
Mancano 24 ore al secondo capodanno organizzato dalla giunta M5S: anche quest’anno non ci saranno grandi nomi al Circo Massimo ma, con una spesa di 900 mila euro, non si può dire che sarà una festa low cost.
«Gli artisti della Fura dels Baus non sono proprio gli ultimi ignoti. E poi 24 ore di eventi in tutta la città costano grosso modo quanto tre ore di concerto rock, come fatto in passato. Come l’anno scorso, proviamo a far sì che i cittadini si riapproprino di parti della capitale che di solito non riusciamo a vivere: sarà una gigantesca festa popolare tra teatro mobile, trampolieri, circhi e balli».
Una festa che però rischia di essere guastata dalle immagini dei cassonetti traboccanti di rifiuti: riuscirete a evitare la figuraccia?
«I cassonetti devono essere svuotati, certo. Ma esiste un problema di smaltimento che non dipende solo dalla capacità di raccolta del Comune ma dai limiti all’accoglienza dei rifiuti dovuti al piano regionale. E poi ci sono i romani che, inspiegabilmente, lasciano i rifiuti per terra: certo, un sistema di raccolta inefficiente rende il comportamento scorretto dei cittadini ancora più visibile».
Cosa devono aspettarsi i romani per il 2018?
«Spero che il lavoro certosino che stiamo portando avanti cominci a dare segni visibili d’impatto a partire dal sistema di mobilità. Mi auguro che si prosegua sulla strada del concordato per Atac».
Il 9 gennaio,

però, la sindaca Raggi è attesa dall’udienza preliminare per l’indagine che la riguarda: sicuri di reggere la pressione di una sindaca alla sbarra sotto elezioni?
«Abbiamo dato prova di avere le spalle piuttosto larghe anche se la campagna elettorale sarà pesante».
Previsioni sul processo?
«Ritengo che non ci sia proprio materia di discussione. Aspettiamo la pronuncia del tribunale e speriamo sia di questo avviso».

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