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Di Maio apre alle alleanze: "Se non prendiamo il 40%, faremo il governo con chi ci sta"

Il candidato premier del M5S a Circo Massimo su Radio Capital: “No a un Gentiloni bis. Di Battista non sarà ministro”

ROMA – “Se alle elezioni dovessimo ottenere il 40%, potremmo governare da soli. Se non dovessimo farcela, la sera delle elezioni faremo un appello pubblico alle altre forze politiche che sono entrate in Parlamento presentando il nostro programma e la nostra squadra. E governeremo con chi ci sta”.
Il candidato premier del M5S Luigi Di Maio, intervistato a Circo Massimo su Radio Capital da Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto, apre alla possibilità di alleanze con altre forze politiche disposte ad appoggiare un esecutivo pentastellato. “Mi terrorizza la prospettiva di un Gentiloni bis di breve durata come ha proposto Berlusconi”, continua Di Maio. Anche perché una legislatura di pochi mesi gli impedirebbe di ricandidarsi nuovamente: “La regola dei due mandati non si mette in discussione”, conferma il leader del M5S. Che non svela alcun nome della futura compagine governativa, ma chiarisce: “Alessandro Di Battista non sarà fra i ministri, me lo ha chiesto lui”.
Il vicepresidente della Camera torna, poi, anche su altri temi su cui si è già espresso in questi giorni, come la commissione d’inchiesta parlamentare sulle banche: “Circoscrivere questa vicenda solo a Maria Elena Boschi o Matteo Renzi è riduttivo. Vi sono coinvolti vari uomini dello Stato e a vario titolo, per questo l’ho chiamata Bancopoli. Riprova ne è il fatto che nessuno, a parte noi, stia chiedendo le dimissioni di Boschi”. Per Di Maio “il tema vero sono i risparmiatori sul lastrico che hanno perso tutto. Il caso banche e Boschi è la biglia sul piano inclinato che decreterà la fine della Seconda Repubblica. Io come candidato premier mi devo assicurare che tutto questo non accada più”.
Il leader del Movimento si dice inoltre disposto ad accettare confronti televisivi “con tutti i candidati premier delle altre forze politiche. Ci facciano sapere chi sono”. Quanto alle fake news, Di Maio respinge al Pd ogni accusa: “È inutile usare il tema delle bufale per giustificare una sconfitta politica, come quella del referendum. Le vere bufale le hanno introdotte loro”. E sugli 80 euro  aggiunge: “Non

vogliamo togliere questo bonus, ma abbiamo pronta una riforma degli scaglioni irpef che aiuterà il ceto medio e le persone in difficoltà. Ricordiamoci che per pagare gli 80 euro è stata introdotta l’imu agricola per due anni”.

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