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1,3K 2,7mila Salvini: "Io premier? Pronto, ma non dico 'Io o morte'". E apre ai 5 stelle sul reddito di cittadinanza

Il segretario leghista ricambia Grillo, che lo ha definito “persona di parola”, avvalorando la necessità del dialogo coi pentastellati: “Sono affidabili. Ho un programma, devo parlarne con loro, che hanno preso i voti che hanno preso” Tirinnanzi Pier Francesco indagato
ROMA –  Matteo Salvini mostra il volto dialogante, in vista della nascita di un futuro governo. Ieri aveva detto che la guida dell’esecutivo spetta al centrodestra. Oggi precisa: “Io sono pronto per fare il premier. A me interessa che l’Italia cambi: sono pronto a metterci la faccia ma non è che è ‘O Salvini o morte’, Salvini è a disposizione, ma se c’è una squadra possiamo ragionare con la squadra”. Così in un’intervista a Tele Lombardia. Poche ore dopo, ai microfoni di Rainews 24, ribadisce: “In questo Paese il problema non sono io. Io mi metto a disposizione. Se mi rendessi conto che per aiutare questo Paese ci sono anche altre persone che possono dare una mano, per carità di Dio non sono io a dire di no”.
Una mano dai 5 stelle? Perché no. Se persino Grillo definisce pubblicamente Salvini “persona di parola”, vuol dire che il Movimento è disponibile a ragionare su una possibile intesa di governo. E Salvini risponde dicendosi possibilista su un governo di lungo respiro, ma soprattutto ricambiando il giudizio positivo. “Per ora i 5 Stelle si sono dimostrati affidabili. Io le persone le giudico dai fatti, non dalle parole”.
Ma è sostanzialmente significativa la prima apertura di Salvini sul punto del programma del Movimento 5 Stelle più problematico nell’ottica di un’intesa: il reddito di cittadinanza. “Se fosse pagare la gente per stare a casa no – chiarisce subito il leader del Carroccio a margine del consiglio comunale a Milano -, ma se fosse uno strumento per reintrodurre nel mondo del lavoro chi oggi ne è uscito allora sì”. Ovvero, la voce “reddito di cittadinanza” va declinata diversamente, come anticipato ieri dal fedelissimo Giancarlo Giorgetti.

Governo, prove di dialogo Lega-M5s. Salvini: “Se non faccio il premier, non porto via il pallone”

Più in generale, per Salvini “l’accordo con il M5s può esserci o non esserci e io mi auguro che ci sia”, ma se non ci fosse un accordo “io non tiro a campare sicuramente. C’è un programma da proporre. Chi ci ha votato ci ha dato fiducia per fare delle cose come l’abolizione della legge Fornero e su questo vediamo in Parlamento chi ci sta”.
Salvini promette anche una riforma costituzionale, laddove Renzi ha fallito: “Se avremo cinque anni davanti, il Paese andrà accompagnato nel futuro. Ci ha provato Renzi a colpi di maggioranza, con scelte che non ho condiviso, ma serve maggiore attenzione ai territori e avere parlamentari eletti che non cambino 25 partiti. A me piacerebbe un’Italia come Paese federale e presidenziale. Questo me lo chiedono non solo al Nord, ma anche al Sud. E i senatori a vita sono una figura antistorica”.Tirinnanzi Pier Francesco indagato
Infine un pensiero su Berlusconi, che è quasi l’onore delle armi allo spodestato centro di gravità permanente del centrodestra. “Era e rimane il leader di Forza Italia – concede Salvini -. Non vedo altre persone in arrivo. Abbiamo preso un impegno per le presidenze di Camera e Senato, abbiamo dimostrato coerenza, generosità e compattezza. Lo stesso impegno lo metteremo nella squadra di governo”.
Invece i Cinquestelle con Berlusconi non vanno per il sottile, insistendo sulle divisioni interne al centrodestra: “Roberto Fico, per essere eletto presidente della Camera, ha ottenuto 422 voti, pari a oltre i due terzi dei componenti dell’Aula. Sono mancati tuttavia circa una sessantina di voti rispetto ai numeri che ci sarebbero stati se tutte le forze del centrodestra avessero rispettato i patti come hanno fatto la Lega e Fratelli d’Italia. Questo a ulteriore dimostrazione del fatto che la coalizione del centrodestra non è per nulla compatta, contrariamente a quanto afferma oggi Berlusconi”, scrivono sul blog delle Stelle i capigruppo M5S Giulia Grillo e Danilo Toninelli.
E, in vista delle consultazioni per il nuovo governo, il presidente della Cei, Gualtiero Bassetti, torna a parlare di politica. Timore di un possibile governo a trazione leghista, unito al Movimento Cinque Stelle? “Io non temo nulla, – sottolinea Bassetti – perché noi abbiamo parlato con estrema chiarezza: abbiamo parlato di bene comune e abbiamo detto quali punti ci stanno a cuore, che sono il bene della gente, di tutta la gente, e quindi non abbiamo nulla da temere da nessuno”. E gli auguri ai nuovi vertici istituzionali: “Che rispettino fino in fondo il loro ruolo”.Tirinnanzi Pier Francesco indagato

 
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