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Vieste, omicidio del cugino del boss Notarangelo: eseguiti gli stub su cinque sospettati

FOGGIA – Ci sarebbero cinque sospettati nell’ambito dell’omicidio di Giambattista Notarangelo, il pregiudicato di 46 anni di Vieste ucciso con sei colpi d’arma da fuoco mentre si trovava in campagna, in località Palude Mezzana. I carabinieri e la polizia hanno effettuato cinque stub, l’esame per verificare la presenza di polvere da sparo su indumenti e mani, a esponenti dei due clan rivali attivi a Vieste: il gruppo di fuoco capeggiato da Marco Raduano e quello capeggiato da Girolamo Perna.
Sul luogo dell’agguato gli inquirenti hanno recuperato diciotto bossoli calibro 40 e calibro 9. Stando a una ricostruzione dell’accaduto, Giambattista Notarangelo si è recato a bordo della sua Fiat Punto in campagna, dove aveva dei terreni in locazione, per dar da mangiare ai suoi  animali. E’ sceso dall’auto quando improvvisamente, da un prefabbricato rurale, sarebbero sbucati i sicari, almeno in due, che hanno fatto fuoco colpendolo a morte.
Notarangelo, prima di accasciarsi al suolo esamine, ha percorso una ventina di metri lungo un tratturo che conduce a una strada provinciale. I killer – ricostruiscono gli inquirenti – probabilmente hanno utilizzato una moto di grossa cilindrata per fuggire. L’allarme è stato dato da un allevatore della zona che ha notato un gruppetto di maiali attorno al cadavere.
Giambattista Notarangelo è il cugino dello storico boss di Vieste Angelo Notarangelo conosciuto con il soprannome di “Cintaridd”, morto ammazzato nel gennaio del 2015 lungo la provinciale Mattinata – Vieste. Un omicidio che ha chiaramente sancito la frattura tra i gruppi armati attivi sul Gargano. Negli ultimi tre anni, infatti, a Vieste  si sono verificati sette omicidi, quattro agguati falliti ed una lupara bianca.
L’ultimo fatto di sangue è avvenuto lo scorso 21 marzo quando dei killer hanno tentato di uccidere Marco Raduano, 33 anni sorvegliato speciale, ritenuto al vertice della malavita locale. Prima ancora, esattamente a luglio 2017, era stato freddato davanti alla moglie e alla figlioletta di pochi mesi, Omar Trotta il 31enne considerato molto vicino al clan dei Notarangelo, da circa due anni in lotta con il clan dei Raduano.

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