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Terrorismo, volevano colpire la base Nato di Ghedi: due condanne a sei anni

Lassaad Briki e il pakistano Muhammad Waqas erano stati arrestati nel luglio 2015. Secondo l’accusa stavano pianificando attentati


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È diventata definitiva la condanna a sei anni di carcere per terrorismo internazionale per il tunisino Lassaad Briki e per il pakistano Muhammad Waqas, arrestati nel luglio 2015 dalla procura di Milano. I due islamici stavano pianificando attentati in Italia e, in particolare, avevano preso di mira nei loro folli progetti la base Nato di Ghedi, nel bresciano.
Dopo la condanna da parte della Corte d’Assise d’Appello di Milano, del maggio 2017, arriva ora la decisione della Corte di Cassazione, che dà ulteriore conferma all’impianto accusatorio dell’allora capo del pool antiterrorismo della procura di Milano, Maurizio Romanelli, oggi procuratore nazionale alla Direzione nazionale antimafia con delega all’Antiterrorismo, e del pm Enrico Pavone, che avevano coordinato le indagini di Digos e Polizia postale di Milano.

Dall’inchiesta era emerso il profilo dei due integralisti come “jihadisti della porta accanto”: addetto alle pulizie in un’azienda il tunisino, 37 anni, e autista in una ditta di distribuzione alimentare il pakistano, 29 anni. Ma dietro l’immagine tranquillizzante di due lavoratori si nascondevano due membri dell’Isis. Sarebbero stati loro gli autori dei selfie di propaganda e minacce davanti al Duomo di Milano e al Colosseo di Roma. Immagine emerse sul web già nel 2015, e che avevano allarmato l’antiterrorismo nazionale. “Siamo nelle vostre strade”, si leggeva nelle foto. “Voglio entrare in una base militare in un Paese di miscredenti – aveva detto Briki intercettato – una bella botta (…) se non ammazzo brucio un aereo”.
I due terroristi avevano scaricato dal web il manuale dal titolo “How to survive in the west a mujahid guide”, una pubblicazione divisa in capitoli, che contiene spiegazioni su come creare bombe fatte in casa, trasportare armi, come allenarsi, come nascondere l’identità da estremista. In particolare, i capitoli 8 e 9″, era riportato nell’ordinanza di custodia cautelare, “sono dedicati alla costruzione di ordigni artigianali” e, in particolare, il capitolo 8 “si intitola ‘Bomb-making at home’ e “contiene istruzioni sul confezionamento” di “sei diversi tipi di ordigni”: molotov, bombe a chiodi, “microwave airbag bomb (ordigni confezionati con l’uso di microonde)”, “gas canister bomb (ordigni confezionati con gas)”, bombe azionate con comandi a distanza (remote controlled bomb) e “autobomba”.

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