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Tav, Di Maio prova a fermare lo scontro. Ma aggiunge: "Costa 10 miliardi in un Paese in cui spesso mancano bus, strade e metro"

Il vicepremier e ministro dello Svilluppo torna sull’Alta velocità. Assicura: “Con la Lega ci metteremo d’accordo”. Ma sottolinea le contraddizioni dell’opera. Ieri sera Salvini aveva detto: “Le infrastrutture servono, andare avanti”


ROMA. Ancora una giornata di duello a distanza Cinquestelle-Lega sulle grandi opere. Per il terzo giorno consecutivo, sulle infrastrutture va in scena il botta e risposta tra i due protagonisti della coalizione gialloverde. Con il vicepremier e ministro dello Sviluppo, Luigi Di Maio, che parla della Tav ad Agorà. Premette: “Sono estremamente fiducioso che Lega e M5S troveranno un’intesa sulle grandi opere. Io e Salvini ci capiamo al volo, la Lega è sempre stata leale, noi non abbiamo pregiudizi sulle infrastrutture”. Poi però affonda i colpi ricordando che “si tratta di spendere 10 miliardi per andare da Torino a Lione in un paese in cui spesso i cittadini non hanno autobus, strade e metro nelle periferie”. Quanto alla Tap – altro oggetto di scontro incandescente –  Di Maio dice: “Lasciamo che il presidente Conte, insieme ai ministri interessati, tra cui ci sono anche io, lavori a questo dossier”. Insomma, un invito se possibile a non alimentare le polemiche mentre lo scontro sul merito resta intatto.
Anche Matteo Salvini ieri sera, parlando a una festa della Lega a Capriata d’Orba, nell’Alessandrino, aveva premesso: “I 5Stelle sono gente affidabile”, per poi incalzare: “Su qualche cosa però dobbiamo metterci d’accordo. Le infrastrutture servono, servono strade più belle e infrastrutture nuove, io voglio andare avanti”.
Prima la discesa in campo di Alessandro Di Battista che dal Messico richiama il Movimento alla purezza delle origini invitando a ribadire i “no sani su Tav e Tap”. Poi il ministro delle Infrastrutture, il pentastellato Danilo Toninelli, che annuncia: “Entro fine anno si può bloccare l’Alta Velocità”. Infine la ministra per il Sud, Barbara Lezzi, che su Facebook scrive piccata che all’Italia, più che la Tap, “servono strade sicure, ferrovie, scuole, ricerca, università, bonifiche”. Insomma, altro che grandi opere. Un braccio di ferro che sembra destinato a continuare. Con le opposizioni che provano a infilarsi nel solco. In particolare, Fratelli d’Italia e Forza Italia che pressano Salvini. “Si affranchi dalla trazione leghista”, dica la capogruppo azzurra al Senato Anna Maria Bernini.

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