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Tap e Tav, Di Battista: "5S si oppongano". Di Maio: "Ministro francese capisce i miei dubbi". Ma Salvini: "Non possiamo dire no"

L’ex parlamentare 5Stelle dal Messico ricorda: “Abbiamo preso i voti su quella roba là, ribadiamo i nostri no”. Il ministro dello Sviluppo: “Giusto, M5S deve portare avanti i valori”. Ma il leader della Lega mostra la sua irritazione: “L’Italia ha bisogno di infrastrutture. Con il gasdotto l’energia costerà il 10% in meno”


Una giornata di scontro aperto, nella maggioranza gialloverde, sulle grandi opere. Con un botta e risposta tra Cinquestelle e Lega. Apre le danze Alessandro Di Battista che, mentre festeggia a Puerto Escondido il suo quarantesimo compleanno (“alla faccia di chi mi vuole male”, dice), regala un videomessaggio militante ai follower. Tutto incentrato sul verbo ortodosso del Movimento sulle grandi opere. “Sono libero, anche di pungolare il M5S, ho molta stima di Di Maio, sta combattendo tantissimo. Abbiamo fatto battaglie importanti, contro il Tap, contro il Tav, opere del tutto inutili”, sostiene. E aggiunge, con una frecciata alla Lega: “Coraggio, questo è il momento di spingere, non ci possiamo far distrarre da queste robe sul razzismo. Questa è distrazione di massa”. Infine ricorda: “Il Movimento deve fare il Movimento, ribadendo i No sani che abbiamo detto, perché ci abbiamo preso i voti su quella roba là”. Insomma, una sorta di dichiarazione di guerra al Carroccio che invece le opere vuole realizzarle.
Da Pescara, dove parla in serata, Luigi Di Maio torna sul tema Alta velocità facendo riferimento all’incontro avuto nei giorni scorsi con il ministro franceseLe Maire: “La Tav? È nel contratto di governo. Ma sono anche contento che il ministro dell’economia francese, che ho incontrato questa settimana, abbia detto che capisce i miei dubbi sulla Tav Torino-Lione”. Lasciando intendere una possibile comprensione francese per un’eventuale marcia indietro italiana. Ma ecco che in serata, da Cervia – durante la festa della Lega – parla Matteo Salvini e dice: All’interno del governo, “su alcune cose dovremo trovare un accordo: e l’Italia, secondo me, ha bisogno di molte infrastrutture, soprattutto al Sud. Penso alla Puglia, alla Tap. Se arriva alla fine quel gasdotto, l’energia costerà il 10% in meno”.
Solo ieri il leader leghista era tornato alla carica sulla Tav. “Per quello che mi riguarda si va avanti e non si torna indietro. Nel contratto di governo c’è l’esame costi-benefici”. E il leader leghista aveva allargato l’orizzonte. Non faccio l’ingegnere, posso dire che la Pedemontana in Lombardia e in Veneto è assolutamente necessaria, che il Terzo Valico è assolutamente necessario, che la Tap in Puglia porterebbe a un risparmio del 10% sulle bollette energetiche delle famiglie e delle imprese in Italia. Però valutiamo costi-benefici, Tav compresa. Io di mio preferisco sempre costruire e andare avanti”.
Questo mentre sulla Tav lo scontro si allarga, con un fronte sempre più ampio a favore del referendum sull’opera proposto dal governatore piemontese, Sergio Chiamparino (incassa consensi sia in Fi che in Fdi). E sulla Tap – il gasdotto azero che arriva in Puglia – il Movimento è in imbarazzo tanto che lo stesso premier Conte ha ricevuto nei giorni scorsi a palazzo Chigi il sindaco di Melendugno (la località di approdo dell’opera). D’altra parte il Tap è stato anche centrale nel dialogo tra Conte e Trump di pochi giorni fa, con la Casa Bianca interessata alla realizzazione dell’opera che ridurrebbe la dipendenza energetica dalla Russia.

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