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Spreco alimentare, ogni anno nei campi dell'Emilia-Romagna rimangono 83mila quintali di frutta e verdura

La denuncia di Andrea Segré al convegno “Nulla di troppo” nell’ambito del Bologna Award 2017. “Basterebbero per sfamare 45mila persone per dodici mesi”
Nel 2015 in Emilia Romagna sono rimasti sui campi quasi 83.500 quintali di frutta e verdura, un residuo talvolta fisiologico ma che potrebbe sfamare 45mila persone per un anno intero (considerando un consumo medio pro capite di mezzo chilo di prodotti al giorno).
Una cifra che, sommata a quella dei cereali non raccolti, sale a oltre 92mila quintali di cibo sprecato in regione a monte della filiera agroalimentare. Sono gli ultimi dati disponibili (elaborazione Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari Università di Bologna su dati ISTAT) diffusi dal presidente del Caab Andrea Segrè, nell’ambito del convegno “Nulla di troppo Q.B., Agroalimentare, Alimentazione ed Etica”, che anticipa la Giornata Mondiale dell’Alimentazione del 16 ottobre e che si è tenuto sabato mattina a Bologna nella Cappella Farnese di Palazzo d’Accursio.
L’incontro ha inaugurato le attività della Commissione Agroalimentare del Rotary Distretto 2072 dell’Emilia Romagna, e ha affrontato il tema dello spreco alimentare a 360 gradi, analizzandone i risvolti economici, sociali e ambientali, ma anche i riflessi sulla salute e le implicazioni etiche.  “A fronte di uno spreco nei campi che nel 2015, a livello nazionale, si attestava attorno al 3,5% rispetto al totale della produzione, l’Emilia Romagna con il suo 0,13% resta una regione virtuosa”, ha detto ancora Andrea Segrè.
“Ogni mese le famiglie italiane spendono 30 euro per beni alimentari che non finiranno mai sulla tavola. Per misurare lo spreco reale, e non solo percepito, da novembre 2017 partirà il primo monitoraggio scientifico dei nostri Diari di famiglia Waste

 Watcher: misurazioni scientifiche realizzate con Università di Bologna e Swg attraverso annotazioni dettagliatissime di gruppi di famiglie in tutta Italia, con valenza statistica. E anche attraverso il waste sorting, ovvero il controllo incrociato fra quanto scrivono e quanto gettano nella loro spazzatura. Sarà una grande svolta per l’accertamento dello spreco nel nostro Paese, anche come esempio per altri Paesi europei”.

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