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Roma, Maam abusivo: risarcimento record. Il Viminale deve 27,9 milioni

L’ex salumificio occupato sulla Prenestina: conto da saldare “immediatamente” al costruttore  Salini.
L’ex salumificio Fiorucci costa un risarcimento da capogiro al Viminale. Per lo stabilimento di via Prenestina, occupato dal 2009 e oggi sede del Museo dell’Altro e dell’Altrove, lo Stato e il ministero dell’Interno devono saldare “immediatamente ” un conto da 27,9 milioni di euro alla Ca. Sa srl del costruttore Pietro Salini. Così, ieri mattina, ha deciso la seconda sezione del tribunale civile, punendo l’inerzia delle forze dell’ordine. Una sentenza pesante: le 18 pagine firmate dal giudice Alfredo Matteo Sacco altro non sono che un’accusa alla gestione delle occupazioni abusive degli ultimi dieci anni.
Il magistrato non fa sconti: “L’occupazione abusiva non lede i soli interessi della parte proprietaria, ma lede anche il generale interesse dei consociati alla convivenza ordinata e pacifica e assume un’inequivoca valenza eversiva ” . Insomma, la toga ne fa una questione di ordine pubblico. Poi passa all’analisi del panorama capitolino: “Le occupazioni abusive di interi stabili nella sola città di Roma assommano almeno a un centinaio e tale situazione è da sola sufficiente a dimostrare l’inadeguatezza della complessiva azione preventiva e repressiva delle autorità preposte ” .

Il riferimento alla vicenda dei 19 mila metri quadrati in zona Tor Tre Teste è evidente. La storia parte il 27 novembre del 2003, con l’acquisto dell’immobile da parte della società del gruppo Salini Impregilo per 6,85 milioni di euro. L’idea, già discussa con il Comune, è quella di bonificare la struttura dall’amianto e convertirla in un maxi- condominio: 50 mila metri cubi di appartamenti con cessione di parte degli alloggi al Campidoglio per contrastare la già allora cronica emergenza abitativa. Per ottenere la variante al piano regolatore, però, ci vorranno 10 anni. Il via libera del consiglio comunale arriva il 20 marzo 2013.

Ma la situazione, per i proprietari, è già compromessa. Il gigante tra il Gra e la Palmiro Togliatti è occupato dal 27 marzo 2009. Prima ha ospitato Metropoliz, città meticcia abitata da peruviani, marocchini, tunisini, ucraini, polacchi ed eritrei. Poi sono arrivate le opere di arte contemporanea raccolte nel Maam dall’antropologo Giorgio De Finis. Da ieri sono abusive per sentenza.
Secondo la società Ca.Sa, in realtà lo erano già dal luglio 2009, dal giorno in cui il tribunale ha spiccato un decreto di sequestro per l’ex salumificio. Poi c’è il Campidoglio. Il censimento del patrimonio capitolino è ancora al palo. Mancano soluzioni alloggiative alternative – le chiedeva il ministro dell’Interno Marco Minniti, ma con Matteo Salvini al Viminale non è esclusa una rivoluzione hard – per permettere alla prefettura di far ripartire gli sgomberi.
Ora, però, c’è la linea dettata dal tribunale. Oltre al maxi-risarcimento, la sentenza fissa un indirizzo politico chiaro: ” L’esecuzione degli sgomberi forzati può certamente determinare immediati, ma evidenti e limitati, turbamenti dell’ordine pubblico. La tolleranza delle occupazioni abusive, al contrario, può determinare situazioni di pericolo meno evidenti ma decisamente più gravi nel medio e nel lungo periodo. Tollerare simili occupazioni può consentire il formarsi di “zone franche” utili per ogni genere di traffico illecito ” .
In via Prenestina, come sottolinea un report allegato alla sentenza, venivano stoccati e smaltiti rifiuti speciali. E non è finita qui: il tribunale deve esprimersi ancora sull’Aniene Palace Hotel, occupato da 5 anni da 100 famiglie, e sugli immobili di Idea Fimit, fondo immobiliare proprietario dell’albergo di via Curtatone.

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