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Roma, le mani dei cinquestelle sull'Acea: chiamate dirette ed epurazioni

È bastato un semestre, al nuovo cda di Acea, per trasformare la multiutility di Piazzale Ostiense nel fortino del M5S. Dove – in barba alla policy aziendale che impone di procedere a nuove assunzioni mediante comparazione dei curricula o selezione affidata a specialisti esterni – è appena sbarcato un gruppo di manager di provata fede e sicura obbedienza, capace di tenere la bocca cucita sui dossier più delicati e incutere perfino terrore sulla truppa, laddove occorre.
Campione di specialità, il neo-capo della Comunicazione Massimiliano Paolucci, che è riuscito ad acquisire anche le Relazioni Istituzionali, costringendo in un angolo i due ex responsabili (Maurizio Sandri e Giuseppe Argirò) e ottenendo l’allontanamento di ben 12 addetti stampa, che sono stati messi a disposizione del Personale: prendono cioè lo stipendio, ma senza lavorare. Al loro posto Paolucci – si dice sponsorizzato dall’ex potentissimo Fabrizio Palenzona – ha fatto arrivare cinque persone, alcune delle quali hanno avuto la fortuna di lavorare con lui: chi in Telecom, chi a Condotte.
Tutti pressoché assunti per chiamata diretta: alla faccia dei principi di merito e trasparenza sempre sbandierati dai 5S. E non solo loro, in realtà. Basta guardare l’organigramma Acea per accorgersi di quanto il turnover di questi mesi abbia ormai travalicato il fisiologico spoil system, stravolgendo – a furia di epurazioni e retrocessioni – l’intera prima linea della società.
Se difatti era tutto sommato naturale, per il nuovo ad Stefano Donnarumma, disfarsi del predecessore Alberto Irace, liquidato con lauta buonuscita per lasciare il ruolo da direttore generale, non altrettanto può dirsi ad esempio per il Cfo – ovvero il direttore Amministrazione, Finanza e Controllo – costretto a fare le valigie a settembre, dopo appena un anno e 9 mesi di permanenza (sostituito da Giuseppe Gola). Una defenestrazione costata all’azienda parecchie centinaia di migliaia di euro. Le stesse sborsate per accompagnare alla porta altri tre super manager: il capo delle Risorse umane Paolo Zangrillo (al suo posto Pierluigi Palmegiani); il capo del Servizio informatico Marco Poggi ( a cui è subentrato Massimiliano Garri); da ultimo pure il responsabile delle Relazioni Industriali Fulvio Bufano.
Ancora più lunga la lista dei dirigenti promossi dall’ex ad Irace e retrocessi dall’attuale. Tiziana Buonfiglio, dalla gestione del Personale della capogruppo è stata

spedita in Umbra Acque; Silvia Frachey, capo della ” rivoluzione digitale”, è scivolata nello staff di Giovanni Papaleo, responsabile delle Infrastrutture Energetiche; Paolo Carta, ex capo del Regolatorio, è stato mandato in Utilitalia; Lorenzo Bianchi, già capo di Logistica e Acquisti, è finito alle dipendenze di Del Villano; Emanuela Cartoni, da ad di Publiacqua è rientrata nello staff dell’ad. Tutti ridimensionati. A favore dei fedelissim
Allontanati 12 addetti dell’ufficio stampa. Via anche il capo dell’area Finanzaria assunto da 21 mesi
 

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