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Roma, figlia segregata in casa perché lesbica

La denuncia del Gay center. La 17enne, che viveva in un piccolo centro alle porte di Roma, ora si trova in una struttura protetta


“Brutta lesbica! Ti sistemiamo noi”: di notte quando tornavano a casa e la trovavano a dormire l’apostrofavano così. Spesso la picchiavano. Quasi sempre, durante il giorno, la chiudevano dentro per non permetterle di uscire e di incontrarsi con la sua ragazza.

E’ questo l’incubo da cui è stata liberata una 17enne, iniziato quando di anni ne aveva 16, segregata in casa dai genitori, picchiata e vessata per la sua omosessualità, diventata chiara quando di anni ne aveva 16 e si era innamorata di una coetanea. Fatto mai accettato dai genitori che fin dall’inizio avevano mostrato una fortissima omofobia.

Una situazione talmente pesante, quella della minorenne di un paesino della provincia di Roma, che era persino arrivata a denunciare madre e padre alle forze dell’ordine: che però avevano sottovalutato la cosa, prima dicendole “non ti preoccupare” e poi riportandola a casa, “ricacciata nell’incubo”.

La ragazza si è allora messa in contatto con il Gay Center attraverso la chat anonima Speakly, un canale dedicato ai minori omosessuali o transgender attivata in collaborazione con il ministero dell’Istruzione. Speakly è anche una app che si può scaricare sul cellulare, e consente di chiacchierare con i volontari in maniera anonima: le richieste ogni anno sono circa 20 milla e 400 di questo sono situazioni pesanti di sequestro, segregazione, violenza, botte, come quello di una ragazza che veniva frustata dai genitori.

I volontari della chat la prima cosa che chiedono è se il ragazzo o la ragazza abbia presentato denuncia alle autorità. Quando la ragazza ha risposto che sì, “ho presentato denuncia ma non mi hanno dato retta, anzi mi hanno riportato da loro”, si è attivato l’Oscard, l’Osservatorio di polizia e carabinieri contro le discriminazioni che esiste dal 2010: a quel punto polizia e carabinieri sono intervenuti, prelevando a casa la ragazza e accompagnandola in una struttura protetta per minori.

“Quello della 17enne non è un caso isolato” afferma Fabrizio Marrazzo del Gay Center. “E’ necessario che venga al più presto attivata una legge contro l’omofobia. Il 17 maggio, giornata mondiale contro l’omofobia, se questa legge non sarà stata presentata in parlamento, proporremo uno sciopero. Ne verificheremo la fattibilità con i sindacati: ma agiremo perché questa situazione è un situazione di cui bisogna farsi carico e che non si può più ignorare”.

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