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Pd, 70mila alla manifestazione a Roma. I militanti: “Vogliamo unità”. Martina: “A noi piacciono le piazze non i balconi”

Abbracci Renzi-Gentiloni e Martina-Renzi. Il segretario a 5Stelle e Lega: “Non si governa con l’odio”. Agli elettori: “Abbiamo capito la lezione, adesso aiutateci”. Zingaretti: “Ora ricostruire la dignità della sinistra”. Renzi: “Arriva il Venezuela, cosa contano le nostre correnti?

Unità! unità!”. Davanti a circa 70 mila militanti – secondo gli organizzatori – il Pd prova a ripartire. Lo fa con la manifestazione contro il governo in piazza del Popolo a Roma, dove oltre alle bandiere di partito sventolano anche i vessilli dell’Unione europea. Mentre a Milano scende in piazza un’altra fetta dell’opposizione.

“Serve un nuovo Pd per una nuova sinistra”, ha spiegato il segretario Maurizio Martina, che in un discorso appassionato dal palco ha citato Corbyn e Bauman. Dalla piazza si è levato più volte il coro: “Unità! unità!”

Manifestazione Pd a Roma, il popolo della piazza dem scandisce: “Unità, unità”

“A qualcuno piacciono i balconi, a noi piace la piazza aperta e di tutti”, ha continuato Martina, dal palco. “Ma ditemi se un paese come l’Italia può essere governato dal balcone di Palazzo Chigi con la claque dei 5 stelle sotto. Una scena tristissima da Repubblica delle banane”.

Manifestazione Pd a Roma, Martina: “A qualcuno piace il balcone a noi la piazza”

La base quindi chiede la fine delle liti tra le varie correnti. “Non pronuncerò una parola sull’unità – ha aggiunto il leader tra gli applausi -, perché quando sei dirigente ci sono cose che non devi dire agli altri ma devi praticarle. A noi serve una svolta, perché contro questa destra non basta quello che siamo stati finora”. Da registrare l’abbraccio tra Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, dopo la freddezza degli ultimi mesi e l’abbraccio tra il segretario Martina e Renzi e tra Martina e Gentiloni.

Pd, Renzi abbraccia Gentiloni: “Conti sbagliati. Con questo governo si finisce in Venezuela”

Martina ha fatto anche autocritica. “Da questa piazza io voglio dire a tanti elettori del centrosinistra che il 4 marzo non ci hanno votato: abbiamo capito. Adesso, però, ci date una mano perchè l’Italia non può andare a sbattere per colpa di questi che governano in modo folle. Abbiamo capito la lezione, voltiamo pagina, guardiamo avanti. L’antidoto a tutto questo siete voi. Questa è la piazza del risveglio democratico, è la piazza della speranza, del cambiamento, della fiducia, dell’orgoglio, del futuro”, ha aggiunto, felice per avere scongiurato il flop pronosticato da Salvini, che ieri sera a Latina aveva parlato di “una  manifestazione di quattro gatti”. Così non è stato: la piazza era piena, appassionata, con gente accorsa da tutta Italia (e più tardi stizzito Salvini ha commentato “il Pd non esiste”).

Martina ha fatto un discorso di sinistra, indicando così una chiara rotta per il futuro. Pesanti i giudizi sul governo.  “Di Maio, Salvini non tiene un paese se viene governato dall’odio, da ministri che passano il loro tempo a insultare. A proposito di assassini politici, vergognatevi. In un paese che ha vissuto il dramma di riformisti uccisi. Andate a rileggervi la storia. Se avete a cuore la sicurezza e la democrazia dimostrate di voler combattere la xenofobia e il razzismo. Altro che andare a cena con qualche organizzazione che andrebbe chiusa. Noi siamo figli della Resistenza e non ce lo dimentichiamo”, ha detto Martina riferendosi alla fotografia circolata nei giorni scorsi che ritraeva Matteo Salvini a tavola con esponenti di CasaPound (come rivelato da Paolo Berizzi). “A proposito di giustizia: Salvini, restituisci i 49 milioni sottratti ai cittadini”. Un appello a cui la piazza ha risposto intonando il grido “onestà-onestà”.  E ancora: “M5s ha assecondato l’inciucio sulla Rai tra Berlusconi e Salvini.  Di Maio ha fatto il cameriere ad Arcore. Ha sigillato il nuovo contratto tra Berlusconi e Salvini”.

Pd, 70mila alla manifestazione a Roma. I militanti: "Vogliamo unità". Martina: "A noi piacciono le piazze non i balconi"

La kermesse si era aperta con l’inno di Mameli. L’ultima canzone prima del via ufficiale all’evento era stata Bella Ciao. Sul palco esponenti della società civile, operai, disoccupati, sindaci che protestano contro il taglio dei fondi destinati alle periferie. In apertura, il presidente del municipio val Polcevera di Genova, Federico Romeo.

E poi tutti i big, almeno in un’occasione uniti. “È giusto stare in piazza contro questo governo. Questi incompetenti mettono a rischio l’economia, ha detto Matteo Renzi: “Quello che mi sembra logico è dire che chiunque sarà segretario o segretaria deve avere il consenso e il supporto di tutti gli altri”, ha detto l’ex premier. “Evitiamo il fuoco amico anche perché mettersi a litigare quando gli altri fanno le cose che fanno, è francamente incomprensibile. La linea del governo ci porta dritti in Venezuela”. Più tardi, tornando sulla previsione di un flop fatta da Salvini, ha detto: “L’opposizione ha 7 vite”. La replica del ministro dell’Interno: “Ancora parla?”.

Anche il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, l’unico candidato alla segreteria del Pd è in piazza. “Noi abbiamo perso, inutile girarci intorno, ma non perché abbiamo comunicato male, ma perché il paese ha percepito la distanza siderale dalla loro condizione di vita”. Questo “non vuol dire arrendersi e scioglierci, ma aprire un processo di ricostruzione della dignità della sinistra. E questo è l’obiettivo primario del congresso”, ha detto Zingaretti.

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“Verso Piazza del popolo a circa 25 anni dall’ultima partecipazione a una manifestazione”, scrive su Twitter Carlo Calenda. E poi: “È stata finalmente una gran giornata! Ripartiamo da qui uniti”. E Paolo Gentiloni: “Giornata di sole dopo la triste serata del balcone. Dalla piazza del popolo pd una bella sfida al populismo”. La piazza dem si becca per ora l’invettiva di Beppe Grillo: “I soliti treni e autobus pagati non si sa da chi hanno riunito i discretostanti del paese a ‘protestare per contarsi’ contro questo governo, che gli risulta incomprensibile”, ha detto il cofondatore dei 5Stelle.

Le prossime settimane diranno se la tregua nel Pd durerà e se il partito sarà all’altezza della sfida.

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