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Nave Diciotti, Toninelli: "Spetta all'Europa farsi carico dei 177 a bordo"

Il ministro delle infrastrutture sposa la linea Salvini e inasprisce il rapporto già difficile con Malta. Il ministro della Valletta: “Se è salvataggio devono andare a Lampedusa”. E il leader leghista rincara: “
ROMA. Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli sposa la linea Salvini. Inasprisce il già difficile rapporto con Malta e, con toni aspri, chiede all’Europa di farsi carico dei 177 migranti della nave Diciotti, al suo quarto giorno di permanenza in rada davanti a Lampedusa.
“Diciotti – scrive Toninelli su Facebook, abbozzando una difesa d’ufficio della nave della Guardia costiera italiana finita nel mirino per il suo contestato intervento in zona Sar maltese – dimostra che l’Italia non si tira mai indietro quando si tratta di salvare vite umane. Il comportamento di Malta è ancora una volta inqualificabile e meritevole di sanzioni. L’Ue si faccia avanti e apra i propri porti alla solidarietà, altrimenti non ha motivo di esistere”.
Qualche ora dopo, il ministro dell’Interno, Salvini, alza ulteriormente il tiro con un post: “O l’Europa decide seriamente di aiutare l’Italia in concreto, a partire ad esempio dai 180 immigrati a bordo della nave Diciotti, oppure saremo costretti a fare quello che stroncherà definitivamente il business degli scafisti. E cioè riaccompagnare in un porto libico le persone recuperate in mare”.
Toninelli, dunque, chiede sanzioni per Malta per non aver soccorso il barcone sul quale viaggiavano i 177, poi presi a bordo dalle motovedette italiane. Malta contrattacca accusando la nostra Guardia costiera di un’interferenza illegittima e di un soccorso immotivato visto che, a detta dei maltesi, quel barcone non era in difficlltà e non voleva essere soccorso.
Proprio ieri, annunciando di aver recuperato i 61 migranti che viaggiavano a bordo di un altro gommone, la cui foto dall’alto era stata diffusa polemicamente da Salvini, il governo maltese aveva rivendicato di “fare la propria parte” e invitato l’Italia a fare la sua consentendo l’approdo della Diciotti in un porto italiano.
Il governo maltese, con un tweet del ministro degli Affari interni e della Sicurezza nazionale Michael Farrugia, ha risposto: “Se l’Italia vuole ancora trattare questo caso come un salvataggio, Lampedusa rimane il luogo più vicino di sicurezza secondo le convenzioni applicabili”.
“La guardia costiera italiana ha intercettato i migranti all’interno del sar maltese, ma esattamente fuori territorio italiano, senza coordinamento con il competente rcc, soltanto per impedirgli di entrare nelle acque italiane”, spiega Farrugia. “Un’intercettazione su una nave che esercita il suo diritto alla libertà di navigazione in alto mare non è considerata un salvataggio. Nel momento in cui i migranti sono sulla nave italiana Diciotti (territorio italiano) vicino a Lampedusa, l’unica soluzione finale è di sbarcarli a Lampedusa o in un porto italiano”, dice l’omologo maltese di Salvini.
Ma nell’attesa che l’Europa risponda alla richiesta italiana, le parole del ministro dei Trasporti lasciano pensare che l’Italia insista nella richiesta di far approdare altrove la nave della Guardia costiera italiana. Che resta fuori da Lampedusa anche se nessun porto italiano risulta chiuso. Un’impasse paradossale, del tutto simile a quello di luglio, quando a sbloccare la situazione fu l’intervento del presidente della Repubblica Mattarella.
E in alto mare in attesa di istruzioni, tra Tunisia e Sicilia, resta anche la Aquarius che venerdi, mentre stava facendo strada verso Marsiglia dopo aver sbarcato a Malta i migranti salvati alcuni giorni prima, si è imbattuta in un piccolo gommone con cinque persone a bordo. Dopo averne dato comunicazione alle sale operative di Italia e Tunisia e aver messo in sicurezza il piccolo gommone, la Aquarius ha preso a bordo i migranti quando due di loro si sono buttati in acqua.
Ieri una nave tunisina si è avvicinata per riprendere i migranti e riportarli indietro ma da bordo della Aquarius hanno detto di attendere a bordo personale dell’Unhcr per verificare se i cinque abbiano i requisiti per poter chiedere protezione. Nell’attesa restano in mare in attesa di indicazioni dalle autorità francesi.
E da Tunisi arriva la notizia del recupero di altri tre corpi di migranti morti nello scontro con la guardia costiera tunisina, che alcuni giorni fa ha intercettato un gommone con un ventina di persone che era appena partito in direzione dell’Italia. Secondo le autorità tunisine, i migranti avrebbero prima lanciato bottiglie molotov contro la guardia costiera e poi bruciato il gommone. Le vittime recuperate sono quattro.

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