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NAPOLI: tori su Stabiae, ora il museo

È il momento in cui Stabiae merita il massimo dell’attenzione per valorizzare il suo eccezionale patrimonio di ville e i suoi tanti reperti. Non ci devono essere più impedimenti. Troppo a lungo è stata dimenticata e ora necessita un intervento serio e univoco da parte delle amministrazioni e delle istituzioni coinvolte.
Il Parco archeologico di Pompei sta facendo tutti gli sforzi possibili in questa direzione, perché, mai come ora, il momento è appropriato. Finalmente Pompei, che per sua natura e complessità richiede grande impegno, ha raggiunto un livello di stabilità tale che ci consente di concentrare maggiormente le nostre energie e risorse sui siti periferici, spesso a torto detti “minori”, ma che tali non sono. Non è un caso che abbiamo scelto il 31 luglio di allestire una piccola, ma significativa mostra all’Antiquarium di Pompei dal titolo “Alla ricerca di Stabia” con l’intento di risvegliare l’interesse nei confronti di questo patrimonio e far conoscere una parte di quei tesori, dimenticati e a volte sconosciuti, conservati numerosissimi all’Antiquarium stabiano, chiuso dal lontano 1997.

Questa è, infatti, una delle questioni prioritarie che bisogna assolutamente risolvere. La città di Castellammare di Stabia merita la restituzione di un museo per dar valore ai tanti reperti del territorio. L’antico Antiquarium stabiano fu allestito, nel suo primo nucleo, dall’intraprendente preside Libero D’Orsi nel 1959 nei locali interrati della scuola media ”Stabiae”, dove fece confluire gli affreschi e le decorazioni provenienti dalla Villa Arianna e da Villa San Marco. Da troppo tempo è interdetto alla fruizione, ma soprattutto, pensato per un pubblico degli anni ’60, è assolutamente non più adeguato alle esigenze di visita odierne.
Ottomila preziosi reperti reclamano una appropriata collocazione e soprattutto meritano di essere resi fruibili. Il nostro obiettivo è, da tempo, quello di allestire un contenitore più grande capace di ospitare questa immensa ricchezza, nella sede della Reggia del Quisisana. Soluzione che finalmente, dopo vicende travagliate, sembra davvero in dirittura d’arrivo. Se quest’oggi passerà al vaglio del consiglio comunale di Castellammare di Stabia l’Accordo di valorizzazione tra il Comune di Castellammare di Stabia e il Parco archeologico di Pompei finalizzato alla istituzione del Museo archeologico e della sede della Scuola dei beni e delle attività culturali e del turismo, il Parco archeologico riceverà in concessione d’uso il palazzo del Quisisana dove ci impegneremo ad allestire al più presto una ampia collezione permanente e mostre temporanee, ma anche un centro di studi e ricerche, che potranno dare un nuovo impulso al turismo e alla conoscenza di questo luogo straordinario che è Stabiae.
Insieme al neo sindaco di Castellammare di Stabia, Gaetano Cimmino, vorrei anche lavorare per rendere al meglio accessibili le Ville di Stabiae che riscontrano un serio problema di accessibilità e raggiungibilità, e pertanto di riconoscibilità. Villa Arianna e Villa San Marco sono importanti esempi di ville romane aristocratiche, concepite per fini residenziali in posizione panoramica. Con i loro vasti quartieri abitativi, strutture termali, portici e ninfei lussuosamente decorati si prestano perfettamente al racconto di quella che doveva essere la vita agiata di un ricco romano dell’epoca.
Di recente abbiamo fatto di tutto per includere le ville nei percorsi di valorizzazione del ministero dei beni e delle attività culturali, realizzando nuove installazioni luminose e aprendo, per il momento, Villa San Marco alle passeggiate notturne.
Ma la valorizzazione richiede uno sforzo combinato tra gli attori del territorio, non può bastare l’intervento di tutela e salvaguardia delle strutture archeologiche, che è naturalmente una nostra priorità. Bisogna dare decoro al patrimonio culturale che abbiamo ereditato e fare in modo che la visita sia di scoperta e di emozione fin dalla sua programmazione. Non si può immaginare per poter giungere sul posto, di lasciare il visitatore in balia delle difficoltà di trasporti e costringerlo a percorsi indecorosi, tra immondizia e abusi del territorio urbano circostante. Sono fiducioso che con l’attuale amministrazione di Castellammare si possa lavorare proficuamente in questa direzione.

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