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Lega-M5s, su Rousseau si vota per l'accordo. L'attacco di Berlusconi: "Salvini parla solo a nome della Lega"

Il voto online sulla piattaforma dei 5 Stelle. Poi quello ai gazebo del Carroccio. Attesa per il nuovo vertice tra i due leader. Sarà decisivo per l’indicazione di chi siederà a Palazzo Chigi. Lunedì l’incontro con Mattarella
ROMA –  “Per tutta la giornata di oggi, a partire dalle 10 e fino alle 20, saranno attive su Rousseau le votazioni sul contratto per il governo del cambiamento”. Lo annuncia Luigi Di Maio sul blog delle Stelle. Per il capo politico dei 5Stelle “sono stati 70 giorni molto intensi, sono accadute tantissime cose, ma alla fine siamo riusciti a realizzare quanto avevamo annunciato in campagna elettorale”. E annuncia: “Se date l’ok, lo voterò. Ma è l’altro versante, quello della Lega, che mostra le maggiori crepe. In questo fine settimana il Carroccio sottoporrà il programma al voto (aperto a tutti) ai gazebo. E qualcuno dentro al partito ipotizza nuovi scenari qualora dovessero prevalere i “no” dei militanti, come ad esempio la possibilità di un pretesto, di una exit strategy per sfilarsi dalla partita. E la Lega è agitata anche da Silvio Berlusconi che da Aosta sembra certificare la rottura dell’alleanza con il Carroccio: “Salvini parla solo a nome suo”.
Berlusconi: “Salvini parla solo per se stesso”.  Le parole di Berlusconi complicano il quadro: “Salvini non ha mai parlato a nome della coalizione di centrodestra, ha sempre e solo parlato a nome proprio o a nome della Lega. La coalizione con un programma comune è assolutamente un’altra cosa e non ha nulla a che vedere con il Movimento 5 Stelle. In questo momento con Salvini c’è molta distanza”. Così il leader di Forza Italia, giunto ad Aosta per alcuni appuntamenti elettorali.
#iosononelcontratto. E Di Maio si rivolge agli elettori del Movimento indicando i principi che hanno ispirato l’accordo con la Lega. “Ci sono gli italiani in questo contratto. Ci sono io in quanto cittadino italiano. Ci sei tu qui dentro – dice rivolgendosi direttamente al lettore – leggi questo contratto e sentiti parte di questa ondata di cambiamento che sta per infrangersi sulle speranze di chi voleva che tutto restasse così com’era e sentiti orgogliosamente italiano oggi perchè una nuova era sta per cominciare. La cosa più bella è che ognuno di voi, come me, oggi possa dire: #iosononelcontratto”.

Salvini: “Nella scia del centrodestra”. “Giorni e notti di lavoro, tanti punti del programma della Lega e del Centrodestra in questo contratto di governo”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini, su Facebook. “Dalla sicurezza alle pensioni, dall’immigrazione al lavoro, dalla legittima difesa alla flat tax, dalla chiusura dei campi rom agli asili gratis per le famiglie italiane, dall’autonomia delle regioni alla chiusura delle cartelle di equitalia”, il capo del Carroccio elenca i temi di “centrodestra” che sono entrati nell’accordo con il Movimento Cinque Stelle.
Fatto il contratto, bisogna decidere chi ne sarà l’esecutore. “Sono stati sciolti tutti i nodi sul contratto e nei prossimi giorni scioglieremo quello sul premier”. Un nodo non da poco se in dieci giorni di trattative i passi avanti su questo terreno non hanno prodotto nessun risultato. Intanto Salvini ribadisce a sua volta che né lui né il collega pentastellato saranno premier. Oggi è probabile un nuovo vertice. Mentre lunedì i due leader dell’allenza gialloverde dovrebbero ritornare dal presidente della Repubblica Mattarella per sottoporgli il nome del candidato premier.
Giovannini a Circo Massimo. Movimento 5 Stelle e Lega lanciano all’Europa un messaggio “preoccupante, che sta determinando una frattura all’interno dell’Unione”.A lanciare l’allarme è Enrico Giovannini, portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile ed ex ministro del lavoro del governo Letta. “C’è il rischio che si entri in rotta di collisione con l’Unione”. L’ex presidente dell’ISTAT sottolinea una frase del contratto di governo: “Mi ha colpito leggere che l’Europa deve tornare a occuparsi delle sue competenze esclusive, in vigore prima di Maastricht. Salvo poi proporre, in maniera contraddittoria, che deve farsi carico delle immigrazioni. L’Italia ha sempre spinto verso una maggiore integrazione, e il fatto che torni indietro è un cambiamento epocale”.

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