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Le mani dei boss sulle corse. Il prefetto ferma la società dell'ippodromo

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Dopo il blitz dei carabinieri, interdittiva antimafia per la Ires. L’impianto della Favorita a rischio chiusura All’ippodromo della Favorita c’è «un sistema di condizionamenti e di infiltrazioni mafiose». Non è bastata neanche la chiusura di tre mesi disposta dal ministero delle Politiche agricole per arginare lo strapotere dei clan su questa parte di città. Le ultime indagini dei carabinieri, che hanno portato al blitz di qualche giorno fa, parlano chiaro: i boss controllano gare e attività economiche. E, allora, il prefetto di Palermo Antonella De Miro ha deciso di firmare un atto senza precedenti: un’interdittiva antimafia per la “Ires spa”, la società che gestisce la struttura sportiva. Dunque, presto, l’ippodromo potrebbe chiudere nuovamente, perché

l’Ires non ha più le carte in regola nei confronti del ministero delle Politiche Agricole e del Comune.
Uno dei più attivi frequentatori delle corse era il boss di Resuttana Giovanni Niosi, lui stesso gestiva dei cavalli: era spesso insieme a Giuseppe Greco, uno dei campioni dell’ippodromo. Anche sul ristorante “La Scuderia” ci sono pesanti ombre.

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