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La sfida del torinese Basciotti: “Sabato parto per il giro del mondo in pattini a rotelle”

Vuole battere tre record: “Farò 29mila chilometri in un anno e mezzo, ma voglio anche lanciare un messaggio ecologico”


Il giro del mondo è il sogno di ogni viaggiatore. Un’impresa che negli anni è stata tentata e realizzata in ogni modo e con ogni mezzo: senza aerei, in autostop, a piedi, in bicicletta, in barca a vela e persino in deltaplano. In pattini però non ci aveva mai provato nessuno. Il primo sarà il 31enne torinese Rosario Basciotti, alias Rox Bax, che sabato 1° settembre partirà da piazza Bernini, a Torino, con i suoi pattini in linea per un viaggio che lo porterà ad attraversare 25 nazioni e 5 continenti. Istruttore di fitness e appassionato viaggiatore, Basciotti aveva già fatto il giro d’Italia in pattini nel 2012, tremila chilometri in 42 giorni, mentre nel 2016 aveva unito pattini, bicicletta e camminata in “Rallentando”, un progetto per riscoprire e raccontare i luoghi italiani della deportazione, percorrendo altri tremila chilometri in un mese. Questa volta i chilometri da percorrere saranno più di 29 mila, un anno e mezzo di viaggio.

«Quella del giro del mondo in pattini è un’idea che mi porto dietro da tempo – racconta Rox Bax – dal primo viaggio attorno all’Italia. Poi mi sono detto che era ora di darle vita e così, mi sono messo all’opera. Non è facile organizzare un viaggio del genere».

L’obiettivo è il Guinness World Record?
«Non uno ma ben tre record. Oltre a realizzare il primo giro del mondo in pattini in linea proverò anche a battere il record di viaggio in pattini più lungo, 8.596 km percorsi dal tedesco Peter Boegelein nel 1986, e quello del Coast to Coast più veloce, per cui dovrò impiegare meno di 69 giorni per percorrere la distanza che separa Crescent Beach in Florida da Solana Beach in California. Ma viaggiando a “motore umano” cerco anche di diffondere un messaggio ecologico».

La sfida del torinese Basciotti: "Sabato parto per il giro del mondo in pattini a rotelle"

Come viaggerà?
«Il più leggero possibile. Zaino in spalla e pattini in linea. Nient’altro. Ospitalità di amici, parenti e conoscenti o attraverso la rete con strumenti come Couschsurfing e Warmshowers. Tenda e fornellino da campo per le emergenze e una action cam per raccontare il mio viaggio a chi mi seguirà da casa».

Quale sarà la prima tappa?
«Oulx. Partirò il 1° settembre da Piazza Bernini, davanti all’Isef, un posto simbolico per me. Ad accompagnarmi ci saranno amici, conoscenti e curiosi che faranno un pezzo di strada con me, qualcuno in pattini, gli altri in bicicletta».

E poi?
«Poi andrò in Francia, attraverserò la Spagna e arriverò in Marocco. Mi imbarcherò per il Brasile, attraverserò l’Uruguay e l’Argentina e volerò negli Stati Uniti che percorrerò dalla Florida alla California, poi Australia, da Brisbane ad Adelaide, Giappone, Cina e Indonesia. Risalirò il sud-est asiatico fino all’India, andrò in Azerbaigian e attraverso Armenia, Georgia, Russia e l’Europa dell’est tornerò in Italia, per arrivare a Torino nella primavera del 2020. Per il Guinness World Record bastano 720 giorni, io vorrei stare sotto i 500 ».

Quali sono le difficoltà maggiori che incontrerà?
«Le strade dissestate, così come i dislivelli eccessivi. Poi dovrò stare attento ai monsoni estivi in Asia e tenere gli occhi aperti visto che sono parti di mondo che non conosco. Quando affronto un viaggio c’è sempre un po’ di tensione. Ma la curiosità per i paesaggi, i popoli e le culture che incontrerò è molto più forte».


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