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Inchiesta stadio Roma, Raggi ascoltata di nuovo in procura. Bonafede: "Lanzalone scelto da sindaca"

La prima cittadina sentita per 45 minuti dai pm come teste alla luce di nuovi elementi emersi durante le indagini. Era stata già convocata venerdì scorso. Il ministro della Giustizia a Otto e mezzo: “Lanzalone lo scelse lei, io completamente estraneo”


La sindaca Virginia Raggi è stata di nuovo convocata in procura come persona informata sui fatti – quindi non come indagata – sull’inchiesta sullo Stadio della Roma. I magistrati che l’hanno ascoltata per 45 minuti avevano acquisito nuovi elementi che hanno richiesto un chiarimento da parte della prima cittadina. Raggi non ha rilasciato dichiarazioni. L’inquilina del Campidoglio era già stata sentita venerdì a piazzale Clodio, come il dg della Roma Mauro Baldissoni e il direttore generale del Comune Franco Giampaoletti. Il colloquio con il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Barbara Zuin è terminato intorno alle 19. Giovedì Virginia Raggi sarà di nuovo in tribunale per l’inizio del processo per falso per la promozione di Renato Marra, fratello dell’ex braccio destro della sindaca Raffaele, dai vigili urbani alla direzione Turismo.
Intanto Alfonso Bonafede ai microfoni di Otto e mezzo ribadisce la sua estraneità all’inchiesta.  “Non ho niente da chiarire – dice il ministro della Giustizia – ho letto ricostruzioni fantasiose sul mio silenzio, che è dovuto solo al fatto che questa inchiesta non ha nulla a che vedere con me”. E a proposito del ruolo dell’ex presidente dell’Acea ribadisce: “Luca Lanzalone? Lo ha scelto la sindaca Raggi Gliel’ho presentato io insieme a Fraccaro. Siccome conoscevo un bravo avvocato l’ho presentato e lei, come sindaca, ha ritenuto di avvalersene”.
“Non saprei su cosa riferire, nè come parlamentare, nè come ministro” ribadisce il Guardasigilli  chi gli chiedeva se avesse intenzione di andare a riferire in Parlamento sulla vicenda dello stadio della Roma, come sollecitato da Matteo Renzi. “I ministri – ha detto Bonafede – vengono chiamati a riferire sulla loro attività di ministri, Renzi dovrebbe saperlo, accadeva spesso ai ministri del suo governo”.

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