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Ilva, l'appello dell'arcivescovo di Taranto: "L'ambiente viene prima di tutto: si riapra il dialogo

Monsignor Filippo Santoro invita Regione Puglia e governo a incontrarsi per superare le divisioni. “E’ il momento di dare un segnale a una città dove i bambini non posso più giocare”
Questo è il momento di un segno. È necessario dare una risposta al disagio, fare vedere che c’è qualcosa che si muove, riannodando il dialogo tra le istituzioni. Serve un’opera che rappresenti la discontinuità”. Lo ha detto in un intervista pubblicata da Repubblica il vescovo di Taranto, monsignor Filippo Santoro. “Bene – prosegue – entro gennaio 2018 si cominci la copertura dei parchi minerari. Mi sembra che i soldi ci siano e dopo 12 decreti governativi, forse è il caso di prendere un provvedimento che serva a qualcosa. La copertura dei parchi è una misura chiara e condivisa da tutti, mi pare. Ma soprattutto assolutamente necessaria: i bambini dei Tamburi non vanno a scuola nei giorni di vento. Non possono giocare all’aperto. Capiamo di cosa stiamo parlando? Come si può discutere, come si può anteporre orgoglio personale, posizionamento politico, davanti a una questione di questo tipo? Che prospettiva di futuro stiamo dando ai nostri bambini?”.
“Non sta a me – aggiunge – entrare nella disputa tra Governo ed enti locali. Però ho letto, certo. Io penso che in cima all’agenda debba essere mettere fine alla devastazione ambientale. E che poi venga rispettato e garantito il lavoro dei dipendenti dell’azienda e delle ditte che lavorano nell’indotto. Serve sedersi attorno a un tavolo e comprendere le posizioni di tutti”. “Ho letto – spiega il monsignore –  che si dice che la via giudiziale scelta dalla Regione Puglia non sia compatibile con quella del tavolo. Capisco, Ma è importante che la via giudiziale non sia l’unica strada percorribile per ottenere passi importanti. Io non sono né un giurista né un tecnico, al massimo esercito il buon senso”. “Ho letto attentamente – ha concluso Santoro –  il ricorso presentato dalla Regione e ci vedo elementi sensati. Dire che è necessario inserire la valutazione del danno sanitario, e cioè gli impatti che la produzione ha sulla salute dei cittadini, mi sembra una posizione corretta. Così come è sano conoscere i piani industriali e ambientali della cordata che si è aggiudicata l’lva che, invece, al momento mi sembra siano ancora segreti e non capisco perché. La trasparenza dovrebbe essere il primo punto di un rapporto positivo del nuovo proprietario con la città”

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