Bari, guida la moto ma in tribunale dimostra di essere cieco per davvero: assolto
Il 59enne ha dimostrato in aula di essere un “cieco assoluto” che percepisce soltanto luci e ombre: le indennità dell’Inps gli erano pertanto dovute. L’avvocato: “E’ solo un irresponsabile

Le indagini della guardia di finanza di Bari, avviate nel 2012 dopo una segnalazione dell’Inps e coordinate dal pm Federico Perrone Capano, avevano accertato – attraverso appostamenti e pedinamenti – che Caringella usciva da solo, distribuiva volantini per viaggi a Lourdes e soprattutto andava in moto. Nel corso del processo, anche sulla base di consulenze mediche, la difesa dell’imputato ha poi dimostrato che il 59enne è davvero un “cieco assoluto”, affetto da retinite pigmentosa degenerativa, che gli consente di percepire soltanto luci e ombre, e ha rilevato che l’aver svolto da solo attività quotidiane come guidare una moto è sicuramente da “irresponsabile, ma niente di più”.
Gli stessi medici chiamati a testimoniare hanno spiegato che “i poteri di adattamento delle persone invalide sono eccezionali”. Per Caringella, che ha un residuo visivo accertato inferiore al 3 per cento, guidare una moto era quindi
“possibile – hanno fatto mettere a verbale i medici – però è un rischio sia per se stesso che per le altre persone. Un rischio “elevato, molto elevato”. “È vero che vede le luci e le ombre, quindi sa riconoscere se sta passando una macchina o sta passando un qualcosa, però non sa riconoscere chi è. Andare in moto – concludevano i medici – è molto pericoloso”. Questo fa di Caringella un irresponsabile, ma non un truffatore.