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Anagrafe a Roma, troppe notifiche e la Casa comunale diventa una bolgia

Ressa, file di ore e proteste per ritirare gli avvisi in via Petroselli. Equitalia: ” Non dipende da noi”. Campidoglio: ” Picco raddoppiato”


Davanti all’Anagrafe di via Petroselli, col Campidoglio poco più in là, la coda di gente con le notifiche in mano è già lunga alle 7.30 del mattino. Un’ora prima dell’apertura del cancello. Ma quello che è andato in scena ieri negli uffici della casa comunale ” madre” è al di là di qualsiasi previsione: una bolgia dantesca con persone in fila per sette ore pur di ritirare il plico che, nella maggior parte dei casi, erano soldi, soldi da pagare.

Strilla, urla, imprecazioni, ola di sfottò quando è stato chimato a metà mattinata ” numero 500!”. Insomma, il primo giorno d’ottobre, nel razionalissimo palazzo dell’architetto Ignazio Guidi di metà anni Trenta, si è concluso con l’arrivo dei vigili urbani a sedare una folla a metà tra l’esasperato e l’inferocito. E alle 16, fine dei giochi: gli sportelli della cassa chiusi con un’ora e mezzo d’anticipo. Impossibile servire tutti. In fila restano solo quanti hanno già prenotato online.

Una disfatta. E oggi non andrà meglio. ” Siamo in queste condizioni da quasi una settimana, siamo alle prese con una media di 5.000 atti al giorno depositati ” , dice l’addetta alla cassa. Sì, la cassa. Perché in via Petroselli per ritirare la notifica della multa, o quello che è, bisogna pure sborsare per il ” disturbo” un euro e cinquanta. Che, al di là dei soldi, vuol dire fare una doppia fila. Una per pagare, una per ritirare. ” Sono qui dalle 11, 45 del mattino – racconta Margherita Marino – Mi hanno dato il numeretto ” 298″ per accedere alla cassa. Una volta pagato l’euro e mezzo, dopo ore di fila, ho ” conquistato il 780″. Guardi l’orologio, sono le 16,45 e solo adesso ho in mano la pratica del bollo auto del 2015 che non ho pagato. Si rende conto? Cinque ore ” .

Fabio Cuni viene da Ottavia. Anche lui è in via Petroselli dalla mattina. ” L’odissea non comincia da oggi – spiega – Ho ricevuto la notifica qualche settimana fa che mi diceva di andare a ritirare una raccomndata alla posta perché a casa non c’era nessuno. E non era vero. Ma comunque… sono andato e ho scoperto che, senza capire il vero motivo, dovevo venire all’Anagrafe. E così ho fatto. Il risultato? Mia sorella, che gentilmente mi ha accompagnato perché altrimenti, mi ha detto: ” Dove parcheggi”, ancora mi aspetta in macchina, da più di sei ore. Ho persino dovuto mangiare qua dentro, roba da matti ” . Ilaria Pilia ha il numeretto ” 749″ ” da conservare come cimelio ” , dice. Ma nei corridoi dell’anagrafe non si limita a baccagliare. No. Lei scrive su Twitter a Virginia Raggi: ” Sindaca, bella organizzazione, complimenti e grazie di tutto”.

Ma di chi è la colpa per tanto disagio? Secondo il Campidoglio si tratta di ” un invio massiccio di atti da parte dell’Agenzia delle Entrate, più del doppio del consueto ” . Ma dall’ex Equitalia fanno sapere che a loro non risulta alcun picco. Anzi, nell’ultimo anno e mezzo grazie alla Pec, la certificazione elettronica, gli avvisi di pagamento cartacei sono diminuiti. E spiegano la procedura: ” Per legge, alla seconda notifica spedita al domicilio – e lo facciamo tramite Poste e/ o Nexive – se nessuno è in casa lasciamo la raccomandata all’ufficio postale del quartiere.

Se poi nessuno viene a ritirarla entro un tot di tempo, sempre secondo la normativa, siamo costretti a inviarla all’Ufficio centrale dell’Anagrafe ” . Ma i dubbi dei ” dannati” di via Petroselli ieri pomeriggio erano tanti. In molti lamentavano che il giorno in cui hanno ricevuto la notifica in casa c’erano. C’erano eccome. ” Mio padre ha 102 anni – spiega una signora – e ha una badante che vive con lui 24 ore su 24. Se il postino avesse citofonato lo avrebbe sentito. E invece ha trovato nella cassetta solo l’avviso di mancato recapito. E l’invito ad andare all’ufficio postale ” .

Addirittura c’è chi, come la signora Flavia, racconta di aver trovato la cartolina di mancata consegna appoggiata accanto al cancello del palazzo: ” L’ho vista per caso. Chiunque poteva buttarla via, il vento compreso ” .
E la domanda che tutti si fanno è la stessa. Perché se non si ritira in tempo la notifica all’ufficio postale dobbiamo venire a via Petroselli? ” Non sarebbe meglio istituire un ufficio dedicato in ogni municipio? ” , dice Giovanni Cesari che è arrivato dalla Laurentina alle 16, pensando di avere un’ora di tempo prima della chiusura. E invece si è visto sbattere in faccia la serranda della cassa. Della serie, ” ritenta un’altra volta, sarai più fortunato”.

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