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Roma, per ore in barella in corsia cade in bagno e muore: procura indaga per omicidio colposo

È arrivata in pronto soccorso a bordo dell’ambulanza per delle forti coliche renali. Doveva essere visitata e probabilmente finire in reparto Giulia Riondino, 72 anni. E invece, per la pensionata, non è andata così: fatta accomodare su un lettino, nel corridoio del pronto soccorso, ha trascorso quasi 20 ore prima di essere ritrovata esanime all’interno di uno dei bagni del Sant’Eugenio. Il medico che avrebbe dovuto inserirle il catetere, che le avrebbe permesso di espellere i liquidi, non c’era. “Sarebbe arrivato solo l’indomani”, avevano detto ai familiari.

E così la donna, dolorante per quelle coliche, nel frattempo era stata appoggiata lì. Quindi in piena notte si è alzata per andare in bagno, ed è caduta sbattendo la testa. A ritrovarla in terra incosciente è stato un medico che aveva preso servizio. Il camice bianco ha chiamato aiuto e provato a rianimarla ma non c’è stato niente da fare. Trasportata al San Camillo, non hanno potuto far altro che constatare il decesso.

Sulla vicenda, adesso, la procura ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di omicidio colposo. Il sospetto è che un controllo più adeguato, o l’intervento dell’urologo per tempo, avrebbe potuto scongiurarne la morte. Al momento il pubblico ministero Clara De Cecilia non ha fatto iscrizioni sul registro degli indagati. La donna è morta nella giornata di giovedì. Prima di quelle coliche non aveva avuto particolari patologie. Il decesso è stato subito denunciato dai familiari, i tre figli, assistiti dall’avvocato Massimo Cammarota.

La Regione Lazio ha comunicato di aver “chiesto con urgenza un audit clinico alla Asl Roma 2 per fare piena luce sull’accaduto. “La Direzione della Asl ha avviato tutte le verifiche del caso ed entro 48 ore consegnerà una relazione dettagliata. Ai famigliari e parenti della signora vanno le più sentite condoglianze”.

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