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Piazza Affari tenta il rimbalzo dopo la lettera Ue, lo spread supera i 330

Borse europee contrastate, male Tokyo dopo la seduta negativa di Wall Street. L’euro si mantiene sotto 1,15 dollari. Il differenziale spinge in avvio poi ripiega leggermente


MILANO –  Ore 9.50. Partenza nervosa per Piazza Affari che torna in calo dopo un rapido passaggio in positivo e cede lo 0,6%. Il listino milanese sconta non solo lo strappo del governo sui conti, con la Ue che ieri ha mandato un primo avvertimento con l’invio di una lettera molto dura sul progetto di bilancio fatto pervenire alcuni giorni fa a Bruxelles, ma ora anche le tensioni all’interno della stessa maggioranza di governo, con il vice premier Di Maio che dopo il caos sulla presunta manipolazione del decreto fiscale ha parlato per la prima volta di un problema “politico” da chiarire con il proprio alleato. In mattinata intanto lo spread sale ulteriormente rispetto alla chiusura di ieri e supera quota 330 a 336 punti, con il rendimento del titolo decennale italiano che sfonda il 3,7%. Positive invece le altre piazze finanziarie: Londra sale dello 0,3%, così come Parigi che guadagna lo 0,12%. In salita anche Francoforte che guadagna lo 0,16%.

L’effetto Italia si fa sentire anche sul mercato delle valute con l’euro che si mantiene sotto quota 1,15 dollari a 1,1465. Sul fronte internazionale la frenata del Pil cinese, con il Pil nel terzo trimestre tornato a tassi di crescita del 2009(+6,5%), non pesano sui listini del Paese, con Shanghai e Shenzhen in deciso rialzo dopo le rassicurazioni arrivate dalle tre autorità di vigilanza e regolamentazione cinesi (People Bank of China, China Banking and Insurance Regulatory Commission e China Securities Regulatory Commission). Tokyo accusa il colpo e termina gli scambi a -0,56% appesantita al ribasso dal nuovo calo di Wall Street, che sconta il raffreddarsi dei rapporti tra Stati Uniti e Arabia Saudita dopo l’esplosione del caso Khashoggi, con il segretario del Tesoro Usa Mnuchin che ha scelto di non partecipare al maxi evento economico organizzato da Riad a fine mese, sulla scia di quanto fatto già da molti altri big dell’economia.

Tra gli altri dati macroeconomici di giornata l’inflazione giapponese a settembre sale all’1% considerata sui beni deperibili mentre è in calo dell’1,3% all’1,2% per quanto riguarda tutti i beni. Dati in chiaroscuro, pil a parte, dalla Cina: con le vendite al dettaglio in aumento del 9,2% a settembre, meglio delle attese, e la produzione industriale che ha invece frenato, crescendo “solo” del 5,8%, in calo sia sul 6,1% del mese precedente sia sulle attese degli analisti di 6%.

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