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Open Arms, udienza slitta al 20 marzo. Salvini: orgoglioso delle nostre politiche umanitarie

Salvini accolto a Palermo da un sit in di protesta di movimenti e associazioni. Nell’udienza, tenuta nell’aula bunker dell’Ucciardone, la procura chiede il processo per sequestro di persona. Ma l’ex ministro degli Interni si difende: “Ho più che dimezzato le morti e i dispersi in mare, orgoglioso del mio operato”

“Nessuno si è fatto male, nessun morto, nessun ferito e a processo non ci vanno i trafficanti ma colui che allora difese le vite, le regole, la sicurezza e i confini italiani”. Queste le parole ai giornalisti di Matteo Salvini, terminata l’udienza del processo di Palermo, che lo vede imputato per il caso Open Arms. 

Il leader leghista rivendica il suo operato come capo del Viminale. 

“Ricordo che durante il mio mandato abbiamo dimezzato il numero di morti e dispersi nel mar mediterraneo, i morti e i dispersi aumentano quando tornano ad aumentare le partenze e gli sbarchi”, afferma. “Vado orgoglioso delle nostre politiche umanitarie e legalitarie”, aggiunge. 

Salvini è stato ascoltato questa mattina dai giudici di Palermo nell’aula bunker dell’Ucciardone, dove si celebrò il maxi processo a Cosa Nostra. Al suo arrivo è stato contestato da un sit in di associazioni e movimenti antirazzisti. 

Il gup di Palermo Lorenzo Iannelli ha rinviato al 20 marzo l’udienza preliminare, inizialmente fissata al 6 febbraio ma rinviata per consentire la traduzione di documenti prodotti.

L’accusa

In aula Matteo Salvini ha dovuto difendersi dalle contestazioni di sequestro di persona “aggravato dall’essere stato commesso da un pubblico ufficiale con abuso dei poteri inerenti le sue funzioni nonché per essere stato commesso anche in danno di minori”, e rifiuto di atti d’ufficio per il ritardo dello sbarco dei 147 migranti a bordo della Open Arms.

A formulare l’accusa nei confronti dell’ex ministro è il procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi, l’aggiunto Marzia Sabella e il sostituto Geri Ferrara. A differenza del processo Gregoretti, che coinvolge gli altri membri dell’esecutivo, la procura palermitana 

La difesa

L’avvocato di Matteo Salvini, Giulia Bongiorno, ha chiesto al Tribunale di Palermo l’acquisizione di documenti “particolarmente importanti”, al fine di chiarire alcuni spostamenti della nave spagnola Open Arms e le “ragioni per cui si parte per una destinazione e poi si cambia”, ha spiegato il legale riferendosi alla presenza dell’imbarcazione della ong in acque libiche, durante il punto stampa con i giornalisti. 

La linea della difesa è quella dell’estraneità dell’Italia, su cui secondo la Bongiorno non incombeva un obbligo di pos, né è stata un punto di primo contatto poiché il salvataggio non è avvenuto in acque di competenza italiana.

“La nostra linea va alla radice del problema perché la nave non era italiana, non cera obbligo di Pos” e i salvataggi “non erano eventi Sar”, dice la Bongiorno. Il governo era assolutamente compatto, si seguiva la linea della lotta  all’l’immigrazione clandestina, stabilita nel patto di governo. Le lettere dei ministri Toninelli e Trenta, “ratificano l’operato di Salvini”, specifica la difesa. “La nave era in condizione di arrecare pericolo”, ha concluso la Bongiorno.

Il punto chiave della difesa è il rifiuto della Open Arms di sbarcare in Spagna o in altri porti.

“La nave aveva in due giorni la possibilità di raggiungere la Spagna perché aveva condizioni meteo favorevolissime e questo è documentato”, riferisce la Bongiorno che sottolinea come offerte di porti alternativi e di trasbordo per scortare la Oper Arms in Spagna siano state rifiutate.  “Per quattro volte ci sono stati quattro rifiuti da parte di questa nave”. 

Secondo la difesa in base al diritto internazionale il Pos doveva essere dato alla Spagna. “C’erano accordi presi tra il governo italiano e quello spagnolo per scortarli. Il comandante dovrebbe spiegare bene le ragioni del rifiuto”, osserva la Bongiorno.

I processi a Salvini 

Matteo Salvini è accusato di aver tenuto contro la loro volontà 147 migranti a bordo della Open Arms al largo dell’isola di Lampedusa nell’agosto del 2019.

Questo è il secondo processo del genere a cui Salvini partecipa dopo che il Senato nella prima metà del 2020 aveva deciso per l’autorizzazione a procedere contro di lui.

Il primo processo è in corso a Catania e ha per oggetto la nave Gregoretti della Guardia Costiera, su cui l’allora ministro dell’Interno tenne a bordo circa 150 migranti negandone lo sbarco.

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