EXITO STYLE

‘dragon-fruit’-suona-“troppo-cinese”,-stato-indiano-decide-di-cambiare-il-nome-del-frutto

‘Dragon Fruit’ suona “troppo cinese”, Stato indiano decide di cambiare il nome del frutto

Dalle dispute sul confine del Ladakh, scoppiate nell’aprile dello scorso anno, in poi le relazioni tra India e Cina sono andate via, via peggiorando. La curiosa iniziativa dello Stato indiano del Gujarat è di quelle che non lasciano dubbi sullo stato delle relazioni tra le due superpotenze asiatiche.

Lo stato indiano del Gujarat, che si trova nella parte occidentale della Federazione ai confini con il Pakistan, ha annunciato che rinominerà il ‘Dragon Frut’, il Frutto del Drago, perché il suo nome “è associato alla Cina”, ha riferito l’emittente NDTV. Metaforicamente, come noto, la Cina è conosciuta come il drago, mentre l’India viene spesso immaginata, rappresentata o definita come l’elefante.

Lo Stato ora chiamerà il frutto del drago “kamalam”, che è la parola sanscrita per “loto”.

“Poiché la forma esterna del frutto ricorda un loto, d’ora in poi il frutto del drago sarà ribattezzato kamalam”, ha detto il Primo Ministro del Gujarat Vijay Rupani.

Il frutto, importato principalmente dal Sud America, viene coltivato anche in varie parti del Gujarat come Bhuj, Gandhidham e Mandvi.

La notizia ha suscitato grande scalpore sui social media, con i netizen che ironizzano sua quanto debbano essere quantomeno “confuse” le priorità dei leader indiani in un momento così cruciale. Spesso i commenti hanno assunto l’aspetto di un sarcasmo sprezzante: “Sollecito le autorità indiane a rinominare la farfalla ‘DragonFly’ in ‘KamalaMakkhi’, aiuterà a risolvere i più grandi problemi dell’umanità. Fateci sapere qual è la procedura per approvare questa modifica”, si legge su questo post in cui viene addirittura lanciato l’hashtag #KamalamMakkhi, come fosse una petizione vera.

​A quanto pare questo non è certo l’unico esempio della ‘scarsa simpatia’ tra le due grandi potenze asiatiche in questo periodo. Nell’ottobre del 2020, quando l’India celebrava il potere della dea Durga durante il festival ‘Navratras’, una tenda improvvisata nello Stato del Bengala occidentale raffigurava il presidente cinese Xi Jinping come il demone massacrato dalla dea.

L’idolo aveva il sangue di Jinping che colava dalla bocca mentre la testa mozzata di questo veniva raffigurata sul pavimento ed un leone banchettava sul suo corpo.

​Tali manifestazioni di ‘simpatia’ arrivano nel contesto dei continui problemi di confine tra India e Cina che sono iniziati nell’aprile 2020 quando le truppe dei due paesi si sono accusate a vicenda di violare la Linea di controllo effettivo (LAC) nel Ladakh.

Nel giugno 2020, l’India ha confermato di aver perso 20 soldati in un combattimento corpo a corpo con le truppe cinesi nella valle di Galwan, nel Ladakh orientale.

Dopo otto round di colloqui diplomatici le due superpotenze asiatiche, per altro anche nucleari, devono ancora raggiungere un consenso per risolvere la situazione di stallo al confine.

POST A COMMENT