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Crisi, Cacciari: “Al voto non si andrà, arriveranno i tecnici. Renzi? Rischia di sparire”

Il filosofo Cacciari a Sputnik Italia: “Non si andrà al voto a giugno, al massimo Mattarella farà un governo di tecnici obbligando tutti i partiti a votarlo”. E su Renzi: “Ha un carattere di m…, è uno che ha sbagliato tutto e questa è la sua ennesima stupidaggine”.

Al voto non ci si andrà, al massimo arriverà un esecutivo di tecnici imposto dal Presidente della Repubblica, guidato, perché no dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. È questa la previsione del professor Massimo Cacciari, filosofo e opinionista, con un passato da deputato, europarlamentare e sindaco di Venezia, raggiunto al telefono da Sputnik Italia.

— Renzi farà la fine di Salvini dopo il Papeete?

— Salvini non è morto dopo il Papeete, mentre Renzi corre veramente il rischio di sparire.

— Addirittura?

— Renzi è un personaggio che ha sbagliato tutto. È uno che ha preso il biglietto vincente della lotteria e poi l’ha fatto a pezzettini. Uno che passa dal 40 per cento al 2 per cento in cinque anni, vuol dire che non ne ha fatta una giusta. E questa è la sua ennesima stupidaggine.

— Quindi non ci sarà un nuovo governo Pd-M5S-Italia Viva con un premier diverso da Conte?

— La vedo un’ipotesi assolutamente impossibile. Perché i Cinque Stelle dovrebbero accettare una cosa di questo genere? Perché mai dovrebbe accettarla Conte? E perché mai dovrebbero dare partita vinta a Renzi? Non ha alcun senso.

— Il premier si dimetterà?

— Conte chiederà di avere una verifica parlamentare, il voto di fiducia, troveranno qualcuno come si è sempre fatto, figuriamoci se questo Parlamento vuole andare a casa. Una decina di persone che votano o che passano da un campo all’altro si sono sempre trovate in Italia.

— Ma governare con i “responsabili” raccolti da Mastella non è imbarazzante per il M5S?

— Per il M5S non è imbarazzante nulla, sono passati da Salvini al Pd. Per i Cinque Stelle non è più un problema niente. Per il Pd un problemino lo è. Ma butteranno giù il bocconcino.

— A proposito, che ruolo sta avendo il Pd in questa crisi?

— Passivo, assiste. Renzi ha interpretato il malumore di molti settori del Pd e del M5S e ha fatto l’arrembaggio per avere la testa di Conte. Secondo me gli andrà male. Può essere che sbagli e che abbia ragione Renzi, ma dubito.

— Ma è possibile che abbia aperto una crisi senza pensare alle conseguenze per sé e il suo partito?

— Del resto è il ruolo della personalità nella storia. Non bisogna mai dimenticarlo. I caratteri contano nella storia. E il carattere di Renzi è un carattere di merda.

— Anche lei esclude il voto a giugno?

— Totalmente, c’è l’epidemia, c’è una crisi economica catastrofica, Mattarella non manderà le persone a votare a giugno. Al massimo farà un governo di tecnici obbligando tutti i partiti a votarlo. Il presidente della Repubblica italiana è uno che se vuole comanda tutto.

— Chi sarà il premier in questo caso?

— Uno qualunque. Io spero sia la Lamorgese perché c’è una tale confusione sull’ordine pubblico, quindi ci vuole un prefetto. Ci vuole un grande prefetto per gestire questa Italia allo sbando totale.

— Quindi l’opposizione di centrodestra non entrerà in gioco?

— No. Grideranno, protesteranno, ma alle elezioni non ci vanno.

— Quali sono stati gli errori di Conte?

— Non parlerei di errori. Conte è passato da una parte all’altra senza colpo ferire.

È il classico esempio del trasformismo italiano e del carrierismo tipico di certe mezze figure nelle professioni, nelle università, assatanate di una vacua volontà di potenza. Ha gestito la cosa male, ma neanche malissimo. E non ha alternative al momento se non quella istituzionale.

— Ma ce l’ha un futuro politico?

— La sua base se l’è creata, non è un presuntuoso quindi sa che se fa un partito suo in una situazione come questa può andare al dieci per cento, non di più. Certo è improbabile che uno che ha fatto il presidente del Consiglio torni a fare la sua professione. In un modo o nell’altro continuerà a fare politica.

— I quotidiani tedeschi scrivono che a Bruxelles e Berlino sono poco entusiasti della prospettiva che si possa andare alle urne e consegnare il Paese a Salvini, cosa ne pensa?

— Hanno ragione a temere la situazione italiana e le elezioni. Sulle elezioni possono stare tranquilli. Sullo sfascio dell’Italia no, lì davvero c’è da temere che intervengano le autorità europee per costringere il governo italiano, qualunque esso sia, a fare le cose in modo decente.

— Intende un commissariamento in stile Grecia?

— No, quello no. Non saranno commissariamenti diretti, ma indiretti sicuramente.

— Poi c’è il nodo del Recovery a preoccupare Bruxelles…

— L’Italia finora ha gestito l’epidemia rimettendoci di più di qualsiasi altro Paese europeo sul piano economico, perché i dati sono questi, e in una situazione di questo genere trova anche il tempo per fare le crisi di governo. Lei come vedrebbe un Paese di questo tipo? Tra lo sconcertato e lo scandalizzato.

I punti di vista e le opinioni espressi nell’articolo non necessariamente coincidono con quelli di Sputnik.

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