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WhatsApp, “stories” usate per le comunicazioni: la novità

Se su Instagram è la funzione che ha fatto il successo del social, le “stories” su WhatsApp non hanno mai preso veramente piede. Forse anche per questo motivo l’app di messaggistica più diffusa al mondo ha deciso di utilizzare la sezione per trasmettere alla propria community informazioni di servizio. A cominciare da oggi, con la pubblicazione di alcune storie da parte di WhatsApp riguardo le condizioni di utilizzo della privacy.

WhatsApp, “stories” usate per le comunicazioni: il contenuto

Memore delle tante critiche e perplessità suscitate dall’avviso di poco tempo fa, che non è per nulla piaciuto agli utenti perché, di fatto, li obbligava ad accettare nuovi termini di utilizzo dei dati pena l’esclusione dal servizio, la società del gruppo Facebook ha cominciato a prestare più attenzione alle comunicazioni sul trattamento della riservatezza dei propri clienti.

Adesso nella parte della chat in alto, dedicata all’aggiornamento degli stati degli iscritti, appariranno, cliccando sul simbolo di WhatsApp, degli avvisi ufficiali da parte del gruppo Facebook in merito alle novità relative all’app e al suo funzionamento tramite il formato ispirato alle “stories” di Instagram.

Per rendere riconoscibile la notifica da parte dell’azienda, oltre al nome e al simbolo della piattaforma, accanto sarà presente una spunta verde a conferma della autenticità delle informazioni e per scongiurare che ci siano eventuali confusioni di profilo o peggio la diffusione di comunicazioni da account falsi.

WhatsApp, “stories” usate per le comunicazioni: la strategia

Basterà questo stratagemma per convincere i propri utenti ad accettare le nuove condizioni d’uso sul trattamento dei loro dati? L’avviso apparso agli inizi di gennaio era certamente più invasivo, ma il punto rimane sempre lo stesso.

“Una sola cosa non cambia: il nostro impegno a proteggere la tua privacy. WhatsApp non può leggere né ascoltare le tue conversazioni personali perché sono protette dalla crittografia end-to-end” si legge in una delle storie pubblicate dal l’app di messaggistica.

L’avviso di interruzione del servizio se gli utenti non avessero accettato la trasmissione di dati al gruppo Facebook, prima entro l’8 febbraio, spostato adesso al 15 maggio, aveva provocato una sollevazione tra gli iscritti, scappati a milioni verso la concorrenza Telegram e Signal.

Un’operazione controversa che in Italia aveva anche richiamato l’attenzione del Garante della Privacy. L’autorità italiana per la protezione dei dati personali aveva infatti, con un documento indirizzato alle omologhe degli altri Paesi dell’Unione europea, posto la questione all’Edpb, il comitato che riunisce le Autorità privacy in Europa.

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