EXITO STYLE

Ponti e strade, al Campidoglio servono 1,5 miliardi

Il Comune presenta l’elenco degli interventi urgenti al ministero delle Infrastrutture: solo per 800 chilometri di viabilità principale il conto è di 160 milioni in tre anni. Oggi Raggi incontra il premier Conte: poteri e soldi


Il Campidoglio 5S lancia il suo accorato sos al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti del grillino Danilo Toninelli: per rimettere in sesto la capitale, le sue strade e i suoi ponti, servono almeno 1,5 miliardi di euro. Così si legge in un documento riservato inviato al Provveditorato interregionale alle opere pubbliche per il Lazio, l’Abruzzo e la Sardegna lo scorso 7 settembre.

Nelle cinque pagine marchiate Roma Capitale, la città si mette a nudo in tutta la sua fragilità: soltanto per gli 800 chilometri di viabilità principale (gli altri 4.200 sono di competenza municipale) servirebbero 160,2 milioni di euro da spendere nel giro di tre anni. Poi, con le immagini di Genova ancora negli occhi, c’è il dossier ponti. Il Comune si prende cura di 400 tra attraversamenti, viadotti e gallerie con ispezioni a vista e campionamenti sui materiali per verificarne la resistenza. Ma il sospetto dei tecnici di palazzo Senatorio, ora al lavoro sul ponte della Magliana e sul ponte dell’Osa, è che per anni i controlli siano stati davvero troppo blandi. Non è un caso, allora, che per il triennio 2019- 2021 il fabbisogno finanziario per “interventi di manutenzione straordinaria” sia stimato in 156,3 milioni di euro.

Almeno per ora, perché il conto di cui oggi la sindaca Virginia Raggi parlerà anche con il premier Giuseppe Conte (ma in ballo ci sono anche i poteri speciali per Roma Capitale) potrebbe essere presto riaggiornato: “In relazione alla complessità del territorio e delle infrastrutture – così si legge nel dossier – e considerato l’esiguo lasso di tempo assegnato (la richiesta del ministero è arrivato dopo il crollo del ponte Morandi in Liguria, ndr), Roma Capitale ha condotto una prima ricognizione dello stato di conservazione sulla base delle conoscenze pregresse e ha avviato una campagna di approfondimento dei monitoraggi, i cui esiti saranno disponibili in una seconda fase”. Non solo asfalto e piloni. Nel documento, il Campidoglio si spinge anche oltre: nella lista della spesa ci sono anche gli interventi per mettere un freno a frane e voragini. Per le prime andrebbero investiti 94 milioni nel corso dei prossimi tre anni. Per stimare il costo degli interventi anti- crateri si dovrà invece attendere la conclusione del monitoraggio e della videomappatura avviati da Acea ” nelle zone più critiche, soggette a sprofondamenti del terreno”.

Nel report un capitolo è poi dedicato alle gallerie che si sviluppano sotto i piedi dei romani per circa 170 chilometri. Anche qui, per quanto riguarda sia la manutenzione ordinaria che quella straordinaria, si attende una stima dei costi da parte del dipartimento dei Lavori pubblici.

Spazio anche alla mobilità. Per le metro il Comune ha già impegnato 250 milioni, ma secondo Atac serve un altro miliardo per rimettere in sesto stazioni e tunnel. Per i binari dei tram e i parcheggi di scambio in parte o completamente chiusi al pubblico ecco un nuovo conto da 24,5 milioni di euro.

Dalla Sovrintendenza, infine, arrivano gli ultimi alert. Per “completare il restauro e il consolidamento ” del circuito delle Mura Aureliane c’è bisogno di 35 milioni. E di altri 5 per le Mura Gianicolensi, che presentano criticità lungo il 50 per cento del loro percorso. Anche gli acquedotti storici non se la passano bene: per il Felice servono 25 milioni, per il Traiano- Paolo 9 milioni, per l’Alessandrino 5 milioni, per il Neroniano un altro milione e 600 mila euro per il Vergine. Chiude l’elenco ponte Sant’Angelo. Ci sarebbe comunque bisogno di un milione per la messa in sicurezza delle sue statue. Almeno in questo caso non c’è alcun problema di stabilità.

POST A COMMENT