Di Maio: “Reddito di cittadinanza solo per gli italiani”

Il vicepremier smentisce il ministro Tria che aveva parlato di una misura anche per gli stranieri. E assicura: “voteremo il decreto su immigrazione e sicurezza”. Vertice sulla manovra a palazzo Chigi.

Luigi Di Maio, in un’intervista a Radio Anch’io risponde al ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che ieri in audizione al Senato aveva specificato che la misura sarebbe stata rivolta anche agli stranieri.

“Noi abbiamo corretto la proposta di legge che avevamo presentato anni fa, nel 2014. E’ singolare che ritorni in auge. Già nel 2016 l’abbiamo modificata. Stiamo lavorando sulla platea. E’ logico che la devi restringere ai cittadini italiani”, ha detto Di Maio, perché per l’assegnazione del reddito “è chiaro che è impossibile, con i flussi immigratori irregolari, non restringere la platea e assegnare il reddito di cittadinanza ai cittadini italiani”

Di Maio ha parlato mentre a palazzo Chigi è in corso un nuovo vertice sulla manovra. Tra i presenti, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il ministro dell’Economia Giovanni Tria, i ministri Enzo Moavero Milanesi, Paolo Savona e il viceministro Massimo Garavaglia. C’è anche  il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti. Dopo circa un’ora Il vicepremier Matteo Salvini ha lasciato la riunione in direzione Genova. Assente Luigi Di Maio perché ancora impegnato nella missione in Cina. Per il M5s ci sono il ministro Riccardo Fraccaro e il viceministro Laura Castelli.

L’incontro è stato convocato per fare il punto sulla prossima legge di Bilancio in vista del varo della nota di aggiornamento al Def entro il prossimo 30 settembre. In mattinata l’Istat diffonderà i dati dei conti del 2017, che saranno la base per l’aggiornamento delle stime del governo.

Di Maio: “Facciamo un po’ di deficit, l’economia cresce”

“Il tema non è di quanto sforare ma quante risorse ci servono per migliorare la qualità della vita degli italiani, per mandare in pensione e assumere giovani, per dare un reddito” di cittadinanza”, “meno tasse con la flat tax” alle imprese, ha dettto Di Maio spiegando che “in base a questo calibriamo il deficit e la spending review. La maggior parte delle risorse arriverà dai tagli agli sprechi, se andranno a regime tra un anno e mezzo facciamo un pò di deficit, tanto l’economia crescerà e poi rientriamo, lo hanno fatto tutti i Paesi che oggi stanno crescendo”.

Il ministro dello Sviluppo ha voluto anche rassicurare sulla compattezza del governo. “Il ministro Tria dice che l’1.6% non si supera? Credo che in questi giorni si stia giocando per dare una narrazione che il governo è nel caos ma noi, invece, lavoriamo ogni giorno per una legge di bilancio che metta al centro gli italiani e non le banche e le lobby”.

I dossier ancora aperti sul tavolo dell’esecutivo sono numerosi, dal condono alle pensioni, alle coperture per finanziare reddito di cittadinanza e flat tax, ma anche il decreto legge sui migranti che il vicepremier Salvini vorrebbe vedere approvato già lunedì ma che preoccupa il Quirinale e non convince una parte dei 5 Stelle anche se Di Maio prova a stemperare la tensione con l’alleato leghista offrendo la disponibilità del Movimento.

Tensione nei Cinque Stelle per il dl sicurezza. Di Maio: “Lo votiamo” 

“Lunedì torniamo e lo votiamo”, ha detto sul decreto immigrazione messo a punto da Salvini. Il decreto doveva andare ieri in consiglio dei ministri ma è slittato a lunedì. Un po’ per l’assenza di Conte e dello stesso Di Maio, un po’ perché su di esso, nel frattempo, sono piovute le perplessità del Quirinale e sono cresciute le resistenze proprio da parte grillina.

Sulla bozza di decreto infatti ci sono non pochi problemi, tanto e vero che lo stesso Di Maio non esclude cambiamenti, anzi. Dice che sì, è vero che nel provvedimento ci sono “disposizioni che sono nel contratto di governo” ma allo stesso tempo afferma che “in Parlamento tutto è migliorabile”. Anche perché, se da un lato deve fronteggiare l’irritazione di Salvini per lo stop al decreto, dall’altra deve vedersela con una crescente fronda interna: la senatrice Paola Nugnes, esponente dell’ala del Movimento che si rifà a Roberto Fico, ha dichiarato a Repubblica  che quel testo è “indigeribile” e che tra i Cinquestelle crescono quelli che la pensano come lei.

A Di Maio non resta perciò che tentare di sopire le tensioni che scuotono la maggioranza. Dalla manovra, al caso Genova, ai migranti, appunto. Tensioni che si sono acuite ieri dopo il vertice del centrodestra. “A me ricorda un po’ la moglie che torna dal marito anche se il marito continua a tradirla”, ha commentato Di Maio. “Io fino ad ora non ho mai pensato che ci fosse qualcuno in malafede di fronte al contratto di governo. Dalla mia parte c’è sempre stata lealtà e devo dire anche dalla loro”. E il riferimento è ovviamente a Salvini e alla Lega. Per il vicepremier, dunque, tutto bene. Anzi, “Credo che si stia giocando con me, con Tria, con Conte per dare una narrazione di un governo nel caos” ma l’esecutivo sta “lavorando ogni giorno, e la riunione di stamattina è un tassello fondamentale” per preparare una manovra che metta “al centro gli italiani e non banche, lobby e interessi personali”.

Di Maio difende anche il portavoce di Palazzo Chigi, Rocco Casalino, finito sotto i riflettori per il suo stipendio, superiore a quello dello stesso premier. “Quello è lo stipendio di quel ruolo a Palazzo Chigi e lo è sempre stato, solo oggi si è scoperto di quanto è”. Insomma, fa come quelli che c’erano prima di lui. “Lunedì torniamo e li votiamo”, ha detto riferendosi ai decreti sicurezza e immigrazione, “disposizioni che sono nel contratto di governo. Lo abbiamo rimandato perché io ero in Cina e Conte a Salisburgo. Poi tutto in Parlamento è migliorabile”.

1 commento su “Di Maio: “Reddito di cittadinanza solo per gli italiani””

  1. “il tema non è di quanto dobbiamo sforare il deficit, ma quante risorse ci servono per migliorare la vita degli italiani”.
    Sforare il deficit non tenendo conto dei consigli Eu, Ocse e agenzie di rating. Il mercato è libero e, quando fai altri debiti oltre il 130% del PIL (già insostenibile), i risparmiatori non comprano più i titoli di stato e non si possono pagare gli stipendi.
    Di Maio, pur se vuole fare cose condivisibili, non è ancora in contatto con la crosta terrestre.

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