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Mafia, partecipò alla strage di San Marco in Lamis: arrestato dopo un anno

Ordinanza di custodia cautelare in carcere per un uomo accusato di aver partecipato al quadruplice omicidio in cui morirono il boss Romito, suo cognato e due contadini che avevano assistito alla scena


FOGGIA – I carabinieri del comando provinciale di Foggia insieme con quelli del raggruppamento operativo speciale e del comando provinciale di Bari, con l’ausilio dello squadrone eliportato carabinieri cacciatori Puglia e dell’11° reggimento Puglia, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due persone di Manfredonia, a una delle quali è contestato anche di aver partecipato al quadruplice omicidio del 9 agosto 2017. La misura cautelare è stata emessa dal gip di Bari su richiesta della Dda che ha coordinato le indagini.

La strage avvenne a San Marco in Lamis, nei pressi della vecchia stazione. Era stata pianificata nei minimi dettagli: l’obiettivo dei killer era il boss Mario Luciano Romito, cinquant’anni, di Manfredonia, a capo dell’omonimo clan che negli ultimi anni si era contrapposto al clan Li Bergolis nella cosiddetta ‘faida del Gargano’. Con lui, nella vettura, c’era il cognato Matteo De Palma, che gli faceva da autista, anche lui morto all’istante sotto i colpi di un fucile d’assalto kalashnikov Ak-47 e un fucile da caccia calibro 12. I due morirono sul colpo.

Poi il commando si mise all’inseguimento del Fiorino a bordo del quale stavano tentando di fuggire due contadini, testimoni scomodi – a quanto sembra – del duplice omicidio. I due agricoltori, i fratelli Luigi e Aurelio Luciani, di San Marco in Lamis, rispettivamente di 47 e di 43 anni, avevano visto uccidere e capirono di essere in pericolo: tentarono la fuga, ma furono raggiunti e uccisi.

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