Lingue di gatto sottili, friabili e buonissime? Ecco i suggerimenti e le ricette!

Associo le lingue di gatto alle volte in cui mia nonna veniva a prendermi a scuola, dopo essersi fermata in pasticceria per comprare i dolcetti con cui poi facevo merenda. Questi biscotti friabili hanno origini francesi, però, come spesso accade, sono entrati a far parte della nostra cucina e spesso vengono usati per accompagnare creme, coppe di gelato o di frutta. Ma come mai hanno un nome così buffo? Di certo la forma piatta e allungata ricorda quella dei felini, è vero, tuttavia sembra che la ragione sia da ricollegare alle loro origini risalenti all’inizio del secolo scorso, quando un famoso pasticcere di nome Perrault si specializzò in questa ricetta. Ogni giorno sfornava tantissimi di questi biscotti che poi conservava in scatole di latta che, all’esterno, avevano raffigurato il gatto con gli stivali. Da qui il simpatico nome con cui sono noti.
Buonissimi gustati così, speciali se ricoperti di cioccolato o messi in coppia con la marmellata, sono perfetti in ogni occasione. Oggi vediamo la ricetta classica per fare le lingue di gatto e due varianti: ma prima ecco qualche accorgimento per la lavorazione!
Burro morbido, albumi poco montati, una sac à poche e lunghezza regolare: questi sono i segreti per realizzare delle lingue di gatto friabili e perfette.
Il primo trucco da seguire è lasciare il burro a temperatura ambiente per almeno mezz’ora. Questo ingrediente, infatti, deve essere pastoso per essere poi lavorato con lo zucchero. Per fare in modo che raggiunga una bella cremosità è necessario, quindi, che sia morbido ma non fuso.
Anche le uova vanno estratte dal frigo una mezz’ora prima e lasciate a temperatura ambiente. Inoltre, è fondamentale che gli albumi siano spumosi ma non montati a neve. Per questo motivo, vi suggerisco di usare una forchetta o al massimo una frusta a mano, ma non quelle elettriche.
È fondamentale per riuscire a creare i “bastoncini”. L’impasto sarà infatti corposo ma morbido, difficile quindi stenderlo a mano. La bocchetta della tasca da pasticcere deve essere liscia, tonda e larga al massimo 1.5 cm per evitare che, in cottura, le lingue diventino troppo larghe. Se non l’avete, potete provare a crearne una con la carta forno, facendo una sorta di imbuto che andrete a poi a tagliare sulla punta o, in alternativa, potete utilizzare una bustina di quelle che si usano per congelare gli alimenti, tagliando un angolino e facendo scendere l’impasto.
Esistono delle teglie preformate in cui inserire l’impasto per fare delle lingue di gatto perfette e tutte uguali. Ma non è necessario comprarla per un risultato impeccabile: potete tranquillamente usare la classica placca da forno rivestita di carta antiaderente. Mettete un po’ di burro sulla teglia e sistemate la carta sopra: in questo modo resterà ben ferma. Poi formate i bastoncini cercando di dare a tutti la stessa lunghezza e distanziandoli: durante la cottura i biscotti tendono infatti ad appiattirsi e quindi a allargarsi; mettendoli troppo vicini, correrete il rischio di trovarli tutti attaccati alla fine della cottura.
Ora che abbiamo visto alcuni trucchetti, è il momento di tirare fuori ingredienti e strumenti e iniziare! Ecco tre ricette: una versione classica, una al cacao senza burro e infine una golosa al caffè. Qual è la vostra lingua di gatto preferita?
Per questa versione abbiamo aggiunto all’impasto un po’ di cacao per dare ai biscottini un aspetto e un colore diversi da quelli tradizionali. Inoltre, il burro viene sostituito con l’olio di semi per renderli più leggeri.
In questa ricetta delle lingue di gatto vi propongo una variante al caffè, perfetti per un fine pasto, ma anche per accompagnare del gelato oppure una crema al mascarpone.
Procedimento
E voi avete mai provato a fare le lingue di gatto in casa?
Di origini napoletane, è nata e vive a Roma.
In passato ha collaborato con vari settimanali, tra cui “Di più”; “Di piùTv Cucina”; “RadioCorriere Tv”; “Onda Tv”; “Messaggero Tv”. Oggi invece si dedica anima e corpo al suo blog, “Che cavolo cucino, oggi?”. Il suo piatto preferito è la parmigiana di melanzane, “perché è un ricordo d’infanzia e perché”, dice, “quando aspettavo il mio bambino avevo sempre voglia di melanzane”. Nella sua cucina non possono mancare il pane (che prepara in casa) la frutta e il caffè, “perché altrimenti… il pasto non è finito”.