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Gli spaghetti con i peperoni al forno di Eduardo De Filippo: semplici e cremosi. Come creare un piatto buonissimo in pochi passaggi

Gli spaghetti con i peperoni al forno di Eduardo De Filippo: semplici e cremosi. Come creare un piatto buonissimo in pochi passaggi

Ingredienti

  • 1 chilo di spaghetti
  • 3 chili di peperoni rossi, gialli e verdi
  • 300 grammi di olive snocciolate
  • 100 grammi di capperi dissalati
  • 1 spicchio d’aglio olio
  • pangrattato q.b.

Preparazione

Mettete i peperoni in forno caldissimo, voltandoli di tanto in tanto. Appena saranno bruciacchiati, chiudeteli in due o tre di quelle buste di carta bruna che usano gli ortolani e quando si saranno raffreddati pelateli. Tagliateli a strisce. Rosolate l’aglio in padella con abbondante olio, poi versatevi capperi e olive, lasciate soffriggere qualche minuto, togliete l’aglio, e versate nell’olio i peperoni che farete rosolare a fuoco vivo. Passate la metà dei peperoni in un vassoio e teneteli da parte.

Lessate gli spaghetti, togliendoli prima ancora che siano al dente: devono essere appena pieghevoli, quindi pochi bolli basteranno. Scolateli e metteteli in padella con i peperoni, aggiungendo un paio di cucchiai di pangrattato e forse anche tre. Mescolate accuratamente, disponete il composto in un pirex, dandogli un minimo di ordine.

Pareggiate la superficie e con i peperoni messi da parte formate come un coperchio compatto che cospargerete di pangrattato, ungendolo appena appena con un filo d’olio. Infornate e cuocete a fuoco vivace finché la superficie sarà gratinata. Lasciate riposare qualche minuto, prima di servire.

Dal Libro

Eduardo aveva invitato a pranzo Nilde Iotti, una gran bella persona, e voleva farle assaggiare i mucilli. Così vengono chiamati a Napoli i peperoni imbottiti di spaghetti, e cioè micini, perché, messi stretti stretti in una teglia da forno, sembrano una nidiata di gattini appena nati. Ora, cucinare i mucilli è faticoso e rischioso giacché bisogna pelare i peperoni senza romperli, cosa quasi impossibile, e così gli venne in mente questa squisita variante, che inventò lì per lì. Ne dò una dose abbondante per 6, perché sono ottimi anche il giorno dopo, freddi.

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dal Libro “Se cucin comm vogl io”

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