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Vercelli, in manette due finti avvocati: "Suo figlio è stato arrestato, per liberarlo deve pagare"

Hanno messo insieme un bottino di 60mila euro. Le anziane vittime individuate da “centralinisti” che operavano dalla Spagna


elefonavano nelle case degli anziani spacciandosi per finti avvocati, chiedendo ingenti somme di denaro per evitare l’arresto del figlio o del parente, a seguito di incidenti stradali in cui era stato coinvolto. Questo il modus operandi di due truffatori di 20 e 48 anni di Napoli, arrestati dai carabinieri di Vercelli per associazione per delinquere finalizzata alla truffa, concorso in tentata truffa e sostituzione di persona.
I due malviventi sono responsabili di 36 colpi o tentati colpi, portati a termine in diverse province d’Italia tra maggio e giugno di quest’anno in Piemonte, Lombardia, Veneto e Toscana. I truffatori si sono fatti consegnare dalle vittime dei raggiri contanti e ori per oltre 60mila euro complessivi. E’ ancora in corso da parte della procura di Vercelli, titolare dell’inchiesta, l’identificazione di altri due uomini, i centralinisti che dalla Spagna individuavano gli anziani da colpire.
La “base” dei due truffatori era un albergo a Lodi, in Lombardia. I due malviventi, dopo aver ricevuto indicazioni dai “centralinisti”, domiciliati in Spagna, sulle vittime da colpire, agivano nelle province di Vercelli, Novara, Torino, Alessandria, Aosta, Genova, Imperia, La Spezia, Pavia, Milano, Lodi, Brescia, Bergamo, Padova, Vicenza, Varese, Verona, Cremona, Parma, Mantova e Firenze.
La banda utilizzava un copione consolidato: al telefono si cercava di carpire dalla stessa vittima informazioni sul parente o sul figlio, autore di un presunto incidente. La vittima, sotto stress, accettava la richiesta di denaro e oggetti preziosi per favorire la scarcerazione del parente. La banda utilizzava schede telefoniche intestate a persone inesistenti o acquistate in forma anonima in Spagna.

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