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Uccise moglie ed amica per gelosia, ora chiede lo sconto di pena

Agì in preda ad un raptus irrefrenabile, tipico di una patologia di cui soffre ed ha sofferto anche in passato. E in quel momento non era in grado di intendere e di volere. Lo dice, in sintesi, la consulenza di parte, stilata dal prof. Filippo Maria Ferro, noto psichiatra, su Francesco Marfisi, il cinquantenne che poco prima di Pasqua a Ortona uccise a coltellate prima la moglie Letizia Primiterra e l’amica di lei Laura Pezzella e tentò di uccidere un’altra donna . Per Marfisi, il difensore di fiducia avvocato Rocco Giancristofaro ha presentato un’istanza di rito abbreviato condizionato ad una perizia psichiatrica. L’udienza si terrà il 22 novembre: in quella sede, il giudice deciderà se ammettere l’abbreviato, il rito che permette di ottenere lo sconto di un terzo della pena. Se l’abbreviato condizionato sarà ammesso, il giudice dovrà nominare un perito. In caso contrario per Marfisi si spalancheranno le porte del giudizio ordinario davanti alla Corte d’Assise di Chieti dove rischia l’ergastolo e la difesa potrà comunque chiedere la perizia psichiatrica.

Nei confronti di Marfisi il sostituto procuratore della Repubblica di Chieti Giancarlo Ciani, che ha coordinato l’inchiesta, ha chiesto il processo con il giudizio immediato, un rito permette di saltare l’udienza preliminare quando la vi è evidenza della prova e l’indagato è stato interrogato. Per l’accusa fu un duplice omicidio premeditato, giunto a maturazione il giorno prima quando, in occasione del compleanno della moglie, incontrandola in un bar, quest’ultima si era rifiutata di accettare gli auguri di compleanno dal marito, al quale aveva detto di voler stare da sola con la sua amante e nuova compagna, con la quale aveva avuto un rapporto sessuale proprio per festeggiare il compleanno. Una risposta, questa, che potrebbe aver fatto scattare l’ira incontrollata di Marfisi, deriso in città per quella relazione della moglie. E che forse quel giorno voleva solo spaventarla.

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