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Tour de France, Moscon espulso col Var: uomo in meno per Thomas e Froome. Ancora una fuga: vince Cort Nielsen

Ventinove attaccanti, vince il danese che precede Ion Izagirre e Mollema. Succede poco nella lotta per la generale, ma il Team Sky perde un uomo importante, espulso per una lite in gruppo. Lunedì riposo, alla ripresa i Pirenei


La maglia gialla Thomas e il suo ‘capitano’ Froome per ora vanno d’accordo (d’amore sarebbe dire troppo). Lunedì si riposa ma i due del Team Sky parleranno in conferenza stampa e cercare di carpire qualche sensazione alla vigilia dei Pirenei sarà esercizio interessante. I due controllano una domenica tutto sommato noiosa, tanto che, a parte l’acuto vincente di Magnus Cort Nielsen, per trovare un fatto bisogna ricorrere al Var. Lo squadrone britannico avrà infatti una pedina in meno nell’ultima settimana: Gianni Moscon è stato cacciato dopo una lite in corsa con un altro corridore. La direzione di gara ha preso la decisione in riferimento allo scontro con Gesbert della Fortuneo poco dopo la partenza da Millau, a cui Moscon avrebbe tirato un pugno. Fatto da non sottovalutare, a maggio 2017 lo stesso corridore trentino era stato sospeso dal team Sky dopo gli insulti razzisti nei confronti del francese della Fdj Kevin Reza al termine della terza tappa del Giro di Romandia. Per non parlare poi del mondiale di Bergen, quando era stato squalificato per essersi attaccato all’ammiraglia, anche se nella circostanza la responsabilità se la prese il ct Cassani. In sintesi, starà anche dominando il Tour, ma il Team Sky è minacciato da un cielo sempre ù plumbeo.

Tour de France, Moscon dà un pugno ad un avversario: primo espulso con la Var

Dal punto di vista tecnico, la domenica sarebbe stata più emozionante con il piccolo Mont Ventoux più vicino all’arrivo. Invece il Pic de Nore – per soprannominarlo viene scomodato il gigante della Provenza – è distante una quarantina di km da Carcassonne. La tappa quindi ricalca più o meno il copione moscio del giorno precedente. Un gruppone davanti, il resto è noia. Vince Magnus Cort Nielsen, un tipo che sa affermarsi nelle grandi corse: vedere la sua doppietta alla Vuelta di un paio d’anni fa.
Il danese entra nel drappello dei 29 che vanno in fuga, poi rimane insieme a Ion Izagirre e Bauke Mollema (entrambi già detentori di tappe) quando mancano meno di 10 km al traguardo. E’ di gran lunga il più veloce del terzetto, tutto sommato anche il più fresco mentalmente. Quando Ion Izagirre prova lo scatto della disperazione lo riprende in un battito di ciglia, poi controlla Mollema per evitare una situazione analoga. Quindi, proprio sul rettilineo, ha pazienza, aspetta che si muova qualcuno e domina. Per l’Astana, dopo Fraile nel giorno precedente, è il bis. Per la Danimarca è il ritorno al successo dopo 9 anni: l’ultimo a vincere nel 2009 fu Nicki Sorensen.
Altro personaggio di giornata, ma non è uan novità, è Peter Sagan. Il fenomeno slovacco va anche stavolta in fuga, ma quel che più conta, per la centesima volta indossa la maglia verde. Nella storia del Tour non c’era mai riuscito nessuno. Poteva, a patto di arrivare ovviamente a Parigi, già renderla matematica arrivando nei primi nove. Non ci riesce, e ora sono proprio 9 i punti che gli servono per essere fuori portata da Kristoff, il principale inseguitore. Numeri da fenomeno, come quelli che lo vogliono 55 volte tra i primi 5 al traguardo: meglio di lui al Tour solamente Eddy Merckx (84), Erik Zabel (80), Joop Zoetemelk (66), Sean Kelly (61), Stan Ockers (61) e Bernard Hinault (61).
Cenni di cronaca. Risparmiamo la lista dei 29 che vanno in fuga. Ci sono però due italiani, Pozzovivo e Bennati. Chiaro che il piccolo Ventoux (il soprannome lo deve soprattutto la vento fortissimo) scremerà il drappello. Prova a fare da solo, tra gli altri, Julien Bernard. E’ il figlio di Jean-François, che nel 1987 molti francesi si affrettarono a definire il nuovo Hinault dopo che aveva dominato una cronoscalata proprio sul Ventoux. Una meteora, che appena il giorno dopo si arrese a Perico Delgado e Stephen Roche.
Il primo a svettare sul Pic de Nore (12,3 km, media 6,3 %) è il polacco Rafal Majka, tipo dalla tante imprese in salita. Stavolta purtroppo per lui, dopo la vetta resta solo discesa e pianura. Rientrano in sette, poi diventano tre, quindi si entra nel regno di Cort Nielsen.
ORDINE D’ARRIVO
1. Magnus Cort Nielsen    (Den, Astana)         in 4h25’52”
2. Jon Izaguirre          (Esp, Bahrain Merida)        s.t.
3. Bauke Mollema          (Ned, Trek Segafredo)    a 00’02”
4. Michael Valgren        (Den)                    a 00’29”
5. Toms Skujins           (Lat)                    a 00’34”
6. Domenico Pozzovivo     (Ita)                        s.t.
7. Lilian Calmejane       (Fra)                        s.t.
8. Rafal Majka            (Pol)                    a 00’37”
9. Nikias Arndt           (Ger)                    a 02’31”
10. Julien Bernard         (Fra)                        s.t.
29. Chris Froome           (Gbr)                    a 13’11”
34. Geraint Thomas         (Gbr)                        s.t.
36. Tom Dumoulin           (Ned)                        s.t.
42. Mikel Landa            (Esp)                        s.t.
43. Romain Bardet          (Fra)                        s.t.
59. Nairo Quintana         (Col)                        s.t.
60. Daniel Martin          (Irl)                        s.t.
62. Primoz Roglic          (Slo)                        s.t.
CLASSIFICA GENERALE
1. Geraint Thomas            (Gbr, Sky)          in 62h49’47”
2. Chris Froome              (Gbr, Sky)              a  1’39”
3. Tom Dumoulin              (Ned, Sunweb)           a  1’50”
4. Primoz Roglic             (Slo)                   a  2’38”
5. Romain Bardet             (Fra)                   a  3’21”
6. Mikel Landa               (Esp)                   a  3’42”
7. Steven Kruijswijk         (Ned)                   a  3’57”
8. Nairo Quintana            (Col)                   a  4’23”
9. Jakob Fuglsang            (Den)                   a  6’14”
10. Daniel Martin             (Irl)                   a  6’54”

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