EXITO STYLE

Torino, a rischio la passerella olimpica diventata uno dei simboli della città

Anche in questo caso il pericolo arriverebbe dagli stralli 


C’è anche “la passerella olimpica” costruita per i Giochi invernali del 2006e diventata un nuovo simbolo cittadino, tra le opere a grave rischio a Torino. A renderla pericolosa sarebbero proprio gli stralli, come nel caso del ponte Morandi a Genova. La passerella è tra le opere che Torino già due anni fa, con un monitoraggio completo di tutte le infrastrutture, aveva messo tra quelle a rischio. Dati che il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, adesso ha chiesto alla sindaca Chiara Appendino come a tutti i primi cittadini d’Italia, dove si evidenziano rischi, problemi e criticità di ponti, viadotti e passerelle e che  sono contenuti in una delibera approvata dalla giunta 5 Stelle a novembre 2016. E sono la base del rapporto che oggi i tecnici comunali consegneranno ad Appendino e all’assessora ai Trasporti, Maria Lapietra.

Nell’elenco, oltre alla sopraelevata di corso Grosseto già in demolizione e al “cavalcaferrovia” di corso Romania. che dovrebbe essere smantellato per costruire una shopville, c’è la strada del traforo del Pino, sulla collina torinese, con viadotti a rischio che  sono oggetto di interventi di messa in sicurezza e monitoraggio costante, e le tante passerelle di Torino chiuse ai pedoni, da Falchera a corso Unità d’Italia, ma che si trovano sopra a strade molto trafficate e che quindi sono particolarmente a rischio perchè un crollo potrebbe colpire le auto mentre passano. L’elenco ufficiale, con un ordine di priorità e di conseguenza di “pericolosità”, sarà inviato oggi. Nel rapporto iniziale, all’allegato numero 1, si parla di condizioni di “degrado del manufatto” in una scala che va da “molto grave” a “basso” per 4 diversi gradi di pericolosità. Tra le infrastrutture citate c’è anche la passerella “olimpica” del Lingotto, quella su cui campeggia l’arco progettato dall’inglese Hugh Dutton e che ha una condizione di degrado «grave». I tecnici sottolineano che è necessaria «una verifica degli stralli da stimare» perché la pericolosità riguarda il «possibile collasso dell’impalcato in caso di cedimento contemporaneo di più stralli», una situazione simile, con le dovute proporzioni, a quella che potrebbe essersi verificata a Genova nel crollo del viadotto Morandi. Non sembra comunque essersi un pericolo imminente.  anche alla luce della giovane età dell’opera.

Ma l’elenco delle infrastrutture con un degrado classificato invece “molto grave” include i viadotti di strada del Pino, dove i lavori sono partiti da tempo, ma continua a essere in vigore il divieto di transito ai mezzi pesanti superiori alle 3 tonnellate e mezzo proprio perché c’è, si legge nella relazione del 2016, «una riduzione di capacità portante del viadotto, caratterizzato da un elevato volume di traffico».
L’elenco però è lungo, anche perché i manufatti in gestione alla Città sono oltre 200. Quelli classificati con un degrado “molto grave” sono le passerelle di strada Tetti Bertoglio, sempre nella zona di strada del Pino, quelle del “Bit” e del Cto sopra il trafficatissimo corso Unità d’Italia, quella dei Carboni sulla Dora, quelle di viale dei Mughetti alla Falchera e quelle alle Vallette. Molte di queste sono state chiuse ai pedoni, mentre il sottopasso del Lingotto, anch’esso causa di timori nel 2016, è oggetto ora di un importante restauro.
Degrado «grave» invece per i ponti sulla Dora di via Rossini e corso Potenza, per quello della diga del Po e per i cavalcaferrovia di via Cigna e via Piossasco.

POST A COMMENT