EXITO STYLE

Sportube, la serie A sul telefonino mette in difficoltà le tv 

PESCARA. Rischia di andare in crisi un sistema consolidato, quello delle televisioni che finanziano il calcio italiano. E’ una possibilità all’orizzonte visto che la serie A da oggi sbarca su pc, tablet e smartphone. Quindi le partite in diretta non solo sul televisore di casa, grazie agli abbonamenti con Sky e Mediaset. Da oggi è possibile seguire la serie A anche in streaming grazie a Sportube, che fa capo al broadcaster globale Eleven Sports Company, nato nel 2015 e sbarcato sul mercato italiano lo scorso maggio.
La webtv trasmetterà – in modalità pay per view – le partite in base a un accordo di distribuzione con Serie A Tim Tv, che detiene il pacchetto E del bando dei diritti televisivi 2015-2018, un pacchetto minore che consente la trasmissione via internet su telefonini, tablet e computer (non sulle smart tv) di tre partite alla settimana scelte dalla Lega.
Si tratta di un’ulteriore crescita per Sportube che si è imposta trasmettendo in esclusiva le partite di serie C con il canale dedicato serie C Tv. Ai live della terza serie – e degli altri sport come pallacanestro e volley – dalla settima giornata iniziata ieri e per tutto l’arco della stagione, si affiancheranno le dirette streaming della serie A. I primi appuntamenti oggi alle 12,30 Napoli-Cagliari, alle 15 Benevento-Inter e alle 18 Milan-Roma. L’offerta, fruibile esclusivamente via internet su pc, smartphone e tablet, alla pagina www.sportube.tv/live, prevede di solito la diretta dell’anticipo del sabato alle 18 e di due gare la domenica, il lunch match delle 12.30 e una partita delle 15.
Non sarà necessario sottoscrivere alcun abbonamento mensile, saranno due le opzioni disponibili: la singola partita tra le tre in palinsesto al prezzo di 1,99 euro o il pacchetto con tutte le tre gare al prezzo di 3,99 euro.
Chiaramente si tratta di un’alternativa più economica a Sky e Mediaset. Che in questo avvio di stagione hanno visto diminuire gli ascolti relativi alle partite della serie A. Rispetto all’avvio di campionato di un anno fa, infatti, la massima serie ha perso circa 3 milioni di spettatori davanti al televisore. Le prime sei giornate di campionato hanno avuto complessivamente 35,1 milioni di spettatori, contro i 38,5 della stagione 2016/17.
Un confronto in cui non basta la partita in meno disputata quest’anno (Sampdoria-Roma) a spiegare la differenza di 3,4 milioni di spettatori, con un calo dell’8,83%, così come non basta la presenza di un big match come Inter-Juve tra le prime 6 gare della passata stagione. A livello di calo percentuale, la differenza più importante è stata per Premium, che ha perso circa il 10% di spettatori, mentre Sky si è assestata intorno a quota 8%. A livello di media ascolti per partita, la differenza resta consistente: -56mila spettatori di media a partita persi rispetto all’avvio di campionato 2016/17. Allo stesso modo, Premium perde circa il 10%, mentre Sky circa il 6,4%.
Sky e Mediaset finanziano il calcio investendo quasi un miliardo di euro l’anno. E stanno accusando il colpo, tant’è che hanno scritto alla Lega serie A lamentandosi della programmazione oraria delle partite. Le televisioni vorrebbero le big negli orari in cui l’ascolto è maggiore. Ovvero la sera. La Lega, invece, sta cercando di spostare qualche big alle 12,30 o alle 15 in modo tale da rendere più appetibile il prodotto calcistico all’estero, specialmente in Oriente dove si pensa si possano vendere meglio i diritti televisivi. Da qui alla fine dell’anno ci sarà il bando per l’assegnazione dei diritti tv per il prossimo triennio e il rischio concreto è che le televisioni che finora hanno foraggiato il calcio italiano perdano ascolti, perché superati a destra dalla piattaforma Internet che garantisce la visione delle partite su un mezzo più alla portata (telefonino, tablet o pc), e a prezzi più convenienti

POST A COMMENT