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Sperlonga, salvo l'hotel abusivo e via libera al sindaco arrestato

Bloccati dal Tar del lazio i lavori di demolizione del Grotta di Tiberio sulla via Flacca

Il “sindaco padrone” di Sperlonga Armando Cusani, esponente di punta della coalizione di centrodestra, arrestato per corruzione e turbativa d’asta lo scorso anno e da gennaio prima ai domiciliari poi passato all’obbligo di firma, rientra a pieno titolo sulla poltrona di primo cittadino. Al suo terzo incarico da sindaco e prima ancora presidente della Provincia, è riuscito ad aggirare la legge Severino (che parla di sospensione in caso condanna superiore a due anni o di custodia cautelare). E così grazie al bollo della Prefettura di Latina da oggi è di nuovo a comandare il parlamentino dell’incantevole cittadina a picco sul mare.
Così un pubblico amministatore con l’obbligo di firma a processo per corruzione e indagato per tutta una serie di abusi, d’ufficio ed edilizi, commessi nella sua cittadina tornerà ad occuparsi della cosa pubblica. Ma la vittoria per lui è doppia. Non solo quella di indossare di nuovo la fascia tricolore ma anche quella di vedere sospesa dal Tar la demolizione dell’hotel Grotte di Tiberio, sulla via Flacca che doveva essere abbattuto entro la prima settimana dello scorso agosto.
La vicenda, raccontata questa estate nel corso delle inchieste di Repubblica“L’Italia degli abusi” è inquietante. Quell’hotel infatti, che Cusani divide al 50% col suocero, presenta una serie infinita di abusi edilizi, una speculazione scellerata tanto quanto quella di una lottizzazione trasformata da zona resindenziale a turistica con alberghi costruiti sempre da Cusani in società con l’attuale vicesindaco Francescantonio Faiola, pure lui indagato e sostituto del collega di partito nel periodo del suo arresto.
Come se non bastasse quindi il Tar di Latina ha bloccato l’ordine di demolizione degli abusi realizzati nell’hotel del sindaco. Dopo il terremoto provocato dall’arresto di Cusani, il Comune di Sperlonga, l’8 maggio scorso, si era deciso ad emettere un’ordinanza con cui veniva imposto l’abbattimento delle opere abusive appunto costruite nell’Hotel Grotta di Tiberio. Un provvedimento subito impugnato da Aldo Erasmo Chinappi, suocero di Cusani e proprietario insieme al politico della struttura ricettiva, e della società che si occupa dell’hotel, la “Chinappi Aldo Erasmo & C. sas”. Il Tar di Latina, sezione distaccata di quello del Lazio, specificando che “da un sommario esame proprio della fase cautelare il ricorso non appare sprovvisto di giuridico fondamento”, ha ora congelato l’ordinanza di demolizione.
E non è l’unico provvedimento del genere preso nelle ultime settimane dallo stesso Tar in tema di abusi edilizi in quel lembo di terra magico su cui sembra essere abbattuto un maleficio di cubature illegali. I giudici amministrativi pontini hanno infatti annullato anche i provvedimenti con cui il Comune di Latina aveva bloccato un centro commerciale, sequestrato dalla Procura perché ritenuto una lottizzazione abusiva, e le demolizioni di una serie di abusi in un cantiere navale di Ponza, inviando in quest’ultimo caso addirittura gli atti agli inquirenti di Cassino, per verificare se l’abuso non sia stato quello dell’ente locale di imporre gli abbattimenti. Procura e Tribunale amministrativo, seppure affrontando le diverse questioni su piani diversi, si trovano così su posizioni forse mai così distanti.Ma questa è la realtà di Sperlonga dove il sindaco padrone governa da quasi vent’anni ininterrottamente. Ogni volta che la giustizia sembra trovare la quadra, lui, Armando Cusani, riesce a vincere sempre. E, almeno fino alle prossime elezioni, niente e nessuno sembra poterlo spodestare.

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