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Scontri tra milizie, a Tripoli è il caos. Resta aperta l’ambasciata italiana

Dichiarato lo stato di emergenza. La Settima Brigata, ostile al governo, pronta sferrare un attacco al quartiere di Abu Salim


Il Consiglio presidenziale libico ha dichiarato lo stato d’emergenza a Tripoli e nelle periferie della capitale, a causa dei violenti scontri tra milizie, i peggiori dal 2014. La misura è diretta a “fermare lo spargimento di sangue, ridurre le perdite materiali e di vite umane, tutelare la sicurezza dei civili, le strutture pubbliche e private.

Fonti della Difesa hanno assicurato che i militari italiani nel Paese stanno bene e in sicurezza e che nessun problema è riscontrato all’ospedale da campo a Misurata, mentre la ministra Elisabetta Trenta segue costantemente l’evolversi dei fatti anche in seguito al colpo di mortaio che ha raggiunto un palazzo vicino all’ambasciata.

Circa 400 detenuti sono evasi dopo una rivolta nel carcere di Ain Zara, in un sobborgo meridionale della capitale libica.Il governo di Fayez al-Sarraj ha annunciato la formazione di un comitato di crisi per gestire il nuovo stato di emergenza e ha avvertito le parti in conflitto che dovranno affrontare le conseguenze se cercano di cogliere l’opportunità per perseguire loro propri obiettivi.

Ma il colonnello Abdel Rahim Al-Kani, leader della Settima Brigata, milizia della cittadina di Tarhuna, a 60 chilometri a sud della capitale, ha annunciato che le sue forze sono posizionate lungo la strada per l’aeroporto e stanno per sferrare un attacco al quartiere di Abu Salim, porta di accesso al centro storico. La brigata, scrivono i media locali, ha dichiarato Abu Salim zona militare e ha chiesto agli abitanti di lasciare le abitazioni, in preparazione di una “importante offensiva contro le milizie presenti nell’area”.

E’ scattata una corsa contro il tempo per arrivare a una mediazione che eviti una ulteriore escalation dopo la ripresa dei combattimenti che finora hanno causato una cinquantina di morti, tra cui una ventina di civili, e circa 200 feriti. Il capo del Consiglio libico degli anziani per la riconciliazione, Mohamed al-Mubshir, ha detto che è stato formato un comitato d’emergenza per negoziare con le parti in lotta.

La Settima Brigata di Tarhuna, milizia legata al signore della guerra Salah Badi, si è resa autonoma dal Governo di accordo nazionale di Sarraj e combatte per liberare Tripoli dalle altre milizie armate, accusate di corruzione. A fronteggiarla sono una serie di milizie che formano unità speciali dei ministeri dell’Interno e della Difesa del governo di Sarraj: le Brigate Rivoluzionarie di Tripoli, la Forza speciale di Dissuasione (Rada), la Brigata Abu Selim e la Brigata Nawassi, che ricevono finanziamenti dall’Ue.

Intanto, in un tweet, l’ambasciata italiana a Timpoli ha smentito il sito “Al Mutawasset”, che ha dato la notizia, da fonti anonime, della chiusura della rappresentanza diplomatica.
“L’ambasciata d’Italia in Libia rimane aperta. Continuiamo a stare al fianco dell’amato popolo libico in questa difficile congiuntura”, si legge nel messaggio.

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