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Salvini dà il via agli sgomberi e il Campidoglio si adegua

In cima alla lista via Carlo Felice. Bankitalia offre un’alternativa ai senzatetto in via Giolitti


Settembre e ottobre. Sono due mesi roventi quelli che attendono la capitale sotto il profilo dell’ordine pubblico. La circolare inviata dal Viminale a guida leghista alle prefetture, ai Comuni e alle Regioni di tutta Italia parla chiaro: via agli sgomberi, stop alle ” occupazioni arbitrarie di immobili”.

L’obiettivo dichiarato del vicepremier Matteo Salvini è agire in tempi brevi e senza troppe titubanze. Le nuove regole sono chiare e ovviamente valide anche a Roma: nel corso dei censimenti preliminari, i vigili urbani del nucleo Assistenza emarginati entro la fine di settembre dovrà approfondire anche la situazione reddituale degli abusivi e appurare quanti possano essere ospitati da parenti. Quanti, insomma, non siano in condizioni di fragilità. Poi, prima di far entrare in azione le forze dell’ordine, palazzo Senatorio dovrà formulare una proposta abitativa alternativa non negoziabile. Per la serie: prendere o lasciare. Poco importa la risposta. Anche in caso di rifiuto – al contrario di quanto prevedevano le regole fissate dall’ex ministro Minniti – si procederà comunque con lo sgombero.

Il Comune a trazione grillina non si è fatto trovare impreparato: la prima offerta è già pronta e sarà presentata agli 80 occupanti del palazzo in via Carlo Felice 69. Lo stabile a due passi dalla basilica di San Giovanni è di proprietà di Bankitalia. Vuoto dal 1989, è abitato dal 2004 da 24 famiglie. A loro verrà proposto di trasferirsi in una serie di appartamenti in via Giolitti della Sidief, società partecipata da palazzo Koch e proprietaria dell’immobile di via Carlo Felice che sta già allestendo le abitazioni in zona Termini come soluzione ponte.

Il resto dell’elenco dei palazzi da sgomberare verrà discusso dal Comune domani con l’assessore alle Politiche abitative della Regione, Massimiliano Valeriani. All’incontro alla Pisana per il Campidoglio parteciperanno Laura Baldassarre, Rosalba Castiglione e Luca Montuori, i membri della giunta Raggi rispettivamente titolari delle Politiche sociali, del dossier Casa e dell’Urbanistica. Nel giro di 24 ore, il vertice verrà replicato in prefettura.

Dall’incontro si uscirà con una lista degli immobili da liberare: tra i primi stabili da liberare c’è quello di via del Policlinico 137. Il Tar del Lazio si è già espresso a luglio 2017 sull’occupazione, bocciandola e chiedendo al Comune e a palazzo Valentini di emettere un provvedimento. Mai arrivato, dopo la nuova stretta varata dal Viminale sarà predisposto a breve. A seguire, tra le occupazioni su cui dovrà intervenire in tempi strettissimi, ci sono tre casi. Oltre a via Carlo Felice, ecco via Raffaele Costi a Tor Cervara. Ancora: l’ex fabbrica di penicillina in via Tiburtina e l’ex sede dell’Inps in via Tuscolana. Alcuni sgomberi, come richiesto dal tribunale, dovranno essere completati già entro il 15 settembre.

La fretta è figlia non solo della nuova linea stralegalitaria a cui dovrà piegarsi il Campidoglio, ma pure delle sentenze milionarie che nell’ultimo anno hanno messo in imbarazzo il ministero. Prima è arrivata la condanna da oltre 3 milioni di euro per il palazzo di via del Caravaggio della Oriental Finance. Poi quella da 28 milioni per l’ex stabilimento Fiorucci di via Prenestina della famiglia Salini, da anni sede del Museo dell’Altro e dell’Altrove. Ora, con il cambio di guardia al Viminale, la musica pare essere cambiata. Ma la strada è in salita: soltanto sullo spartito romano ci sono almeno 10mila persone in 74 occupazioni. E 15 vanno sciolte con urgenza per questioni sanitarie o di stabilità degli immobili.

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