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Roma, "sampietrini da rimuovere?" Raggi fa partire il referendum con un tweet

Allarme sulle buche “Bisogna far presto sulla manutenzione dobbiamo evitare gli interventi spot”
Buche e sampietrini: dannazione grillina, primo cruccio della sindaca. Ieri mattina, dopo aver inaugurato il nuovo tratto pedonalizzato di via del Corso, la prima cittadina pentastellata è tornata sul tema. Un passaggio obbligato.
Imposto dalla campagna spray ( “segnalate le voragini con una bomboletta gialla ” ) lanciata dalla madre di Elena Aubry, la ragazza venuta a mancare lo scorso 6 maggio dopo aver perso il controllo della sua moto lungo la via Ostiense.

“L’amministrazione si sta impegnando moltissimo – è la versione dell’inquilina del Campidoglio – nel rifacimento del manto stradale per eliminare le buche”.
Secondo la sindaca, “la situazione delle strade di Roma sconta una mancata manutenzione per anni ” e ora è arrivato il momento di “accelerare il più possibile” ed “evitare interventi spot che di fatto servono solamente per mettere una pezza che poi si riapre dopo qualche mese”.
Nessun commento, men che meno un endorsement, sui circoletti gialli che nel frattempo si stanno moltiplicando attorno alle voragini di mezza Roma. La mobilitazione social è tenuta in gran conto in Campidoglio, ma gli uffici e l’avvocatura hanno più di un dubbio: chi partecipa all’iniziativa mette a rischio la propria incolumità.
Per ora, quindi, il Comune non si sbilancia: non multerà i romani armati di bomboletta, ma non può nemmeno incoraggiarli. Da qui il silenzio di Raggi. Capitolo sampietrini: ieri, cinguettando, la prima cittadina ha rispolverato il dossier sui caratteristici selci capitolini.
L’idea è quella di avviare una consultazione tra i romani – come quella sull’eliminazione dei pini che con le loro radici minano la sicurezza delle più importanti arterie della viabilità capitolina – attraverso il nuovo portale del Comune.
Tra le ipotesi, una volta avviato un dibattito pubblico sul tema, c’è anche quella di un referendum online. Una data, però, ancora non c’è. Anche perché l’operazione, al pari del barcollante ” Piano Marshall” delle buche, non è di semplice realizzazione.
Il Campidoglio, che ha scritto alla Sovrintendenza per avere un parere, deve fare i conti con i numeri. Roma è di fatto lastricata di sampietrini: stando ai primi rilievi del Simu sulla grande viabilità e sulle strade di competenza dei municipi, il dipartimento dei Lavori pubblici, ce ne sono per un milione e mezzo di metri quadrati.
La giunta 5S, poi, sa che non può eliminarli senza ricollocarli.
Un problema in più, perché sostituirli con una gettata d’asfalto garantirebbe un gradito risparmio: un metro quadrato di sampietrini costa circa 210 euro, il bitume ne costa appena 50.
Il primo intervento, consultazione o meno, è comunque già stato finanziato. Dopo l’estate verrà assegnata la gara per rimuovere i sampietrini dalla chicane di via IV novembre.
Per via Nazionale, altra nota dolente per le schiene degli scooteristi e le sospensioni di auto e bus, invece non ci sono novità all’orizzonte: non è previsto un appalto, non ci sono finanziamenti. Per piazza Venezia c’è il progetto dell’Agenzia per la Mobilità, ma ci vorranno ancora mesi e mesi di discussioni. Forse anni per arrivare a una decisione.
La rivoluzione, allora, potrebbe partire dalle vie meno centrali: in lizza ci sono viale Somalia e via Crescenzio.
Quartiere Trieste e Prati. Ma anche in questo caso servirà il parere positivo della Sovrintendenza e un trasferimento dei ciottoli in eccesso, che non possono andare persi.

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