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Thailandia, parte il salvataggio. Si tenta di portare fuori i ragazzi dalla grotta

I soccorritori stringono i tempi. Quattro piccoli avrebbero problemi per la carenza di ossigeno e le piogge riducono i margini per recuperarli. Evacuata l’area in un raggio di due chilometri. La risposta dei familiari alle scuse del coach che ha condotto la squadra nella caverna: “Non ti colpevolizzare, non siamo arrabbiati con te”
MAE SAI – Si stringono i tempi per recuperare i baby calciatori intrappolati con il loro allenatore in una grotta in Thailandia. L’operazione di salvataggio è partita quando in Italia erano da poco passate le 5 del mattino e a Mae Sai erano le 10. Il primo ragazzo è partito: se tutto andasse per il verso giusto, potrebbe riaffiorare alle 9 di sera locali, le 16 in Italia. Il percorso per ogni salvataggio dura in media 11 ore. Per concludere le operazioni di recupero, ha avvertito il governatore Narongsak Osatanakorn, potrebbero servire anche “un paio di giorni”. E molto dipende dal maltempo.
“Le 13 persone all’interno sono tutte pronte ad essere estratte”, ha detto Osatanakorn. Continueranno a partire una per volta. Si immergeranno 2 sub per ciascuno dei presenti nella cava. Il pool dei soccorritori è composto da 13 diver stranieri e 5 thailandesi. Sono considerati il top delle immersioni nel mondo, gli “international all star” come li ha chiamati il governatore.

Insieme ai soccorritori, i baby calciatori e l’allenatore dovranno percorrere i cunicoli quasi del tutto sommersi dalla corrente di acqua fangosa e nei quali la possibilità di respirare è limitata. Il percorso è considerato particolarmente complicato anche per i sub esperti a causa delle numerose diramazioni e strettoie. Ma il governatore ha rassicurato che i ragazzi e il loro allenatore sono “forti e determinati” nell’affrontare l’impresa. Ieri sera un medico australiano ne ha testato le condizioni di salute e li ha dichiarati tutti idonei alla traversata. E, alla fine, di tempo per provarci non ne era poi rimasto molto.

I soccorritori devono infatti fare i conti anche con la pioggia che è tornata a imperversare, per ora appena accennata ma con il rischio di un peggioramento minacciato dai nuvoloni scuri che si vedono all’orizzonte. Un aspetto che lascia prevedere un rapido innalzamento del livello dell’acqua attorno all’anfratto in cui si trova la squadra dal 23 giugno. E anche per questo si è deciso di affrettare l’intervento.
Mentre l’evacuazione è in corso non si fermano i test su altre possibili soluzioni nel caso il piano fallisse. I giornalisti sul posto hanno fotografato ad esempio un tubo di gomma pieno d’aria (l’idea lanciata da Elon Musk, l’imprenditore americano che guida importanti ricerche aerospaziali e di tecnologie per i soccorsi marittimi) in cui far passare i ragazzi.

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In superficie c’è tensione. Lo testimonia l’intervento delle forze di polizia che hanno evacuato un’area di due chilometri attorno all’ingresso della grotta. L’accesso al campo base dei soccorsi all’esterno della grotta Tham Luang è stato vietato ai giornalisti, a cui è stato ordinato di sgomberare l’area entro le 9 locali (le 4 in Italia). Intorno all’uscita della grotta sono stati preparati i mezzi di soccorso.

Thailandia, parte il salvataggio. Si tenta di portare fuori i ragazzi dalla grotta
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