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Renzi è riuscito a ricompattare i Cinque stelle

AGI – ‘Solo Renzi poteva compattarci così, nemmeno il Papa’. È la battuta con la quale un parlamentare M5s spiega lo stato d’animo con il quale al Senato e alla Camera si sta affrontando la crisi di governo. Mai come adesso, nota un’altra fonte, c’è “unità. È una caratteristica di M5s, quando un nemico mette in pericolo i valori su cui il Movimento si fonda”.

In M5s, il ‘mai più con Renzi’, resta, infatti un punto fermo, ma sui renziani il discorso si fa diverso: con loro abbiamo lavorato bene, ci sono proposte di legge depositate a firma delle due formazioni, viene sottolineato mentre c’è chi si spinge oltre: ‘io mi auguro proprio che tornino’, nota un pentastellato.

M5s fa cordone intorno a Conte, come lo ha fatto nei giorni scorsi. Certo, nel pomeriggio, l’attenzione al pallottoliere di palazzo Madama è stata alta con qualche punta di apprensione: ma quanti numeri abbiamo? Era la domanda che in diversi si sono posti. “Centocinquantotto? Centocinquatre’?” il leit motiv che ha segnato l’attesa della fiducia. Da notare e’ che la crisi sembra aver accantonato alcuni mal di pancia che sono legati a dinamiche interne, che, per ora, e probabilmente solo in questa fase, sembrano sopite.

Durante una pausa dell’Aula, i ministri M5s hanno fatto il punto della situazione insieme al capo politico, Vito Crimi. Nell’emiciclo ha preso la parola anche Matteo Crucioli per dare voce a “quella parte del M5s che oggi vota la fiducia solo perché pienamente consapevole del maggior danno che patirebbero i nostri concittadini nel caso in cui dovesse cadere questo governo”.

Un disco verde al governo dato, ha spiegato, “con estrema preoccupazione sia per l’eterogeneità delle forze acui lei presidente chiede supporto sia perché abbiamo colto degli accenni, nel suo discorso in gran parte condivisibile, di eccessiva fiducia nei confronti dell’Unione europea”.

Si tratta di ‘un sì diversamente dato‘ ma che è sempre un sì, sottolineano fonti M5s per ribadire che il Movimento è ‘granitico’. E c’è chi scherza: ‘stranamente unito’. In assemblea Gianluca Perilli, ex capogruppo M5s, ha osservato: “La limpidezza con cui Conte si presenta al Parlamento dicendo ‘questo è il programma, chi lo condivide lo sostiene alla luce del sole’ è il miglior modo per poter raggiungere i nostri obiettivi. Non possiamo permettere che si faccia un azzardo sul destino del nostro Paese: la salute pubblica e le sorti degli italiani non sono un gioco d’azzardo”.

“Ho un ottimo rapporto con i colleghi di Italia Viva, con i quali abbiamo lavorato intensamente in questi mesi, ma questa crisi è incomprensibile alla luce del momento drammatico che stiamo vivendo. I cittadini lo hanno capito. Quindi condivido l’apertura del presidente Conte a una maggioranza che sia più ampia possibile, perché l’eccezionalità del momento impone di rompere gli schemi, mettendo al centro l’interesse del Paese e dei cittadini”, ha detto Maurizio Santangelo.

Un ok a Conte, in giornata, è stato annunciato dall’ex M5s Gregorio De Falco, ora al Misto: dal presidente del Consiglio”, ha spiegato all’AGI, è arrivato “un riferimento chiaro” alla necessità di “una strategia operativa che comprenda un’attività testing” per la pandemia da Covid come chiesto nella risoluzione presentata il 13 gennaio a firma proprio di De Falco. 

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